1-Grazie per aver accettato l’intervista. Possiamo darti
del tu?
Certamente, con
piacere.
2-Spiegaci chi sei, che lavoro fai, cosa ami fare nella
tua vita?
Ho quarantaquattro anni,
sono romana, sono madre di due ragazzi e moglie di un uomo che adoro con cui
sono sposata felicemente da diciotto anni. Lavoro per una società che si occupa
d’intermediazione, il resto del tempo lo dedico alla scrittura creativa.
3-Dicono che i colori rivelano il carattere di una
persona. Qual è il tuo colore preferito, e cosa può dirci di te?
Il blu, senza ombra
di dubbio, è un colore che ha il potere di rilassarmi, è il colore del mare profondo, suggestivo e
intenso. Suppongo abbia a che fare con la mia riflessività.
4-Tre aggettivi per descriverti
Creativa, dislessica,
lavoratrice.
5-Come dicono di te gli altri?
Battagliera, allegra,
appassionata.
6-Il giorno più bello della tua vita?
Il più bello è stato
il giorno del mio matrimonio, i più
importanti sono stati i giorni in cui sono nati i miei figli.
7-Una cosa che ti rende felice?
Il sorriso dei miei
tre uomini.
8-Tre persone che stimi?
Papa Francesco, Vasco
Rossi e l’ultimo lo lascio in bianco per tutti quelli che in questo momento non
mi vengono in mente.
9-Sei mai stato delusa?
Certamente, anche se
in realtà e per fortuna mi è capitato di rado.
10-Hai tatuaggi?
No.
11-Cos’è per te la scrittura?
Una grande
opportunità per conoscere, questo a prescindere dal genere di ogni autore,
chiunque di noi per scrivere deve conoscere, che siano luoghi o caratteri,
periodi storici o tendenze, per raccontare bisogna assimilare, far decantare e
poi ripescare.
12- A quali scrittori ti ispiri?
A nessuno coscientemente,
ma dentro di me sono certa che Ken Follett e Wilbur Smith hanno lasciato un segno troppo marcato perché
io ne sia del tutto distaccata. Con grande disappunto non conosco così bene
l’inglese da averli potuti leggere in lingua originale.
13-Quando scrivi di notte o di giorno?
Di giorno, ma non per
indole bensì per la praticità della vita. Di notte certamente riesco a
riflettere molto meglio ma è poi durante il giorno che apro il mio pc e scrivo.
14-Ti definisci una scrittrice impulsiva o riflessiva?
Credo che nella
scrittura, o almeno nella mia, ci siano entrambe le cose. Parto sempre dall’impulso
creativo, un tempo prima pensavo le scene e poi le scrivevo però nel fare così
avevo la sensazione che si andasse a
perdere molto, cioè quello che pensavo era sempre meglio di quello che poi
scrivevo, le parole che usavo nei dialoghi, come muovevo i personaggi. Ora
invece ho imparato a trattenere l’impulso creativo fino a quando non ho la
possibilità di stare davanti a un pc, al massimo mi appunto due o tre parole,
poi inizia un processo che è incredibilmente e meravigliosamente stupendo,
d’improvviso io sono una spettatrice di ciò che la mia mente
inventa, in quel momento scrivo esattamente ciò che vedo e la scrittura allora
è carica di emozioni, non si sono perse nei vari passaggi. Dopo la fase
impulsiva però bisogna rimetter in ordine e o correggere, ripensare e
riflettere se tutto rientra nel quadro che vogliamo raccontare, si arriva così
a una fase più riflessiva.
15-Scrivi a mano o al computer?
Al pc ma se ho
un’idea e mi trovo sprovvista di pc, tablet, cellulare allora scrivo a mano su
qualunque cosa, sui tovaglioli dei ristoranti, sopra le tovaglie di carta, prendo
i cellulare degli altri e mi mando messaggi, ho scritto anche sulla carta
igienica.
16-Quando hai scritto il tuo primo libro?
Ho iniziato nel 2006.
17-Da piccola volevi fare la scrittrice?
Sì, pensa che alle
elementari la mia maestra era incantata da come scrivevo, poi alle medie, dove
si è in maniera concreta affacciata la mia dislessia, una professoressa mi ha
massacrato. Non ha mai saputo apprezzare la creatività di quello che raccontavo
e si fermava sui tipici errori che fanno i dislessici, ovvero le inversioni di
sillabe e altre cose simili quindi diciamo che dopo tre anni di questo
supplizio non ho avuto lo spunto né il coraggio di scegliere un indirizzo che
mi avviasse e preparasse alla scrittura.
18-Pensi che la scrittura possa trasformarsi in un
lavoro?
Indubbiamente, ma ci
sono molti ostacoli. C’è poi un enorme giro d’affari e di persone che ruota
intorno ad aspiranti autori, per quelli senz’altro lo è diventato un lavoro. Credo
che questo ambito lavorativo sia inflazionato, tutti potenzialmente ci sentiamo
scrittori. Tutti potremmo esserlo perché tutti abbiamo qualcosa da raccontare,
se non agli altri a noi stessi. A prescindere dal risultato finale molte
persone scrivono, troppe, una volta ho letto che in Italia ci sono più
scrittori che lettori. Ad ogni modo sono convinta che un giovane talentuoso,
prima o poi, insistendo e perseverando con umiltà, possa trovare i canali
giusti per farlo diventare un lavoro.
19-Per scrivere ti prepari una scaletta? Se si poi la
segui?
No, la mia scaletta
sono direttamente i titoli dei capitoli che poi vado a espandere ma mai nulla è
pensato fino alla fine, quando ho intuito qualcosa che reputo naturale per il
proseguimento della storia focalizzo il nuovo titolo del capitolo, o meglio il
nocciolo attorno al quale si espanderà la sequenza successiva.
20-Scrivi in ordine cronologico?
Assolutamente no, ho
sempre tutti i capitoli attivi e aperti.
21-Hai un luogo in particolare dove ami scrivere?
Generalmente scrivo
nel mio studio ma posso scrivere in qualunque posto purché abbia la musica,
elemento essenziale per la mia estraneazione.
22-Parlaci dei tuoi libri/libro?
Il Sigillo dell’ultimo
imperatore è stato un lavoro che mi ha visto impegnata per quasi cinque anni. La storia è piuttosto thriller: un colonnello italiano deve rintracciare Baran, un curdo
suo amico che si nasconde da diverso tempo. Baran è accusato dal governo turco
di progettare attentati in Italia dando supporto ai terroristi di Al-quaeda. Per rintracciarlo, Kk (il soprannome
del colonnello) ha un vecchio taccuino che gli era stato dato proprio dal suo
amico, sono segni incomprensibili, un’antica scrittura. Kk contatta un’esperta
per farsi tradurre quei documenti. Nasce
con Lisa, l’ittitologa, una storia d’amore mentre tutto attorno a loro si
trasformerà in una missione militare, pericolosa, dirompente e drammatica.
La storia è quindi l’intreccio di diverse trame, per ognuna delle quali
ho dovuto immergermi nel mondo che raccontavo, ho conosciuto persone
incredibili che mi hanno saputo trasferire il loro sapere e come uno chef ho utilizzato tutti questi
ingredienti per metter su la mia storia.
Per la trama storica la ricerca è stata
piuttosto complessa perché in quel periodo (1220 a.C.) c’è un vero e proprio
“buco storico”, le informazioni che ci arrivano sono veramente poche e non
accessibili a tutti. Sono andata a bussare alla porta di importanti professori
universitari che si sono dimostrati incredibilmente umili e ben disposti a rispondere
alle mie interminabili domande per lunghi mesi.
Per conoscer meglio il popolo curdo ho
contattato i centri per i rifugiati curdi e ho frequentato curdi anche al di
fuori di lì, ho parlato a lungo con loro, ho cercato di assimilare il loro
dramma per saperlo raccontare.
Per ciò che riguarda invece il mondo militare ho
potuto contare su alcuni consulenti con cui ho poi instaurato un bellissimo
rapporto e ovviamente ho potuto contare su mio marito che è un militare e che
oltre a darmi il suo indispensabile contributo mi ha messo in contatto di volta
in volta con i vari specialisti.
Per “Quarta sponda” invece il percorso è stato
diverso, ma di questo te ne parlerò una volta finito e pubblicato il romanzo.
23-Il tuo libro/libri sono auto pubblicati o editi?
Sono editi da Libromania.
24-Cosa pensi dei self?
Nulla di male, credo
che dia la possibilità a tutti di vedersi il proprio libro fra le mani, il
lettore in ogni caso sa bene che se pesca dal self può trovare di tutto, da un premio Bancarella, come è accaduto alla
Premoli, alle ricette della nonna. In
ogni caso è sano, onesto, molto meglio dell’editoria a pagamento.
25-Cosa pensi di
chi paga per farsi pubblicare?
Di chi paga per farsi
pubblicare non ho alcun pensiero, le motivazioni possono essere tante. Credo
che un autore serio però perda solo tempo e denaro. E’ un po’ come pensare di comprarsi
l’autostima, non credi?
26-Per pubblicare con una grande CE serve avere delle
conoscenze o ci si può arrivare solo con le proprie forze?
Non ne ho idea, a
volte ho la sensazione che le cose accadano forse più per la casualità che per
la spinta di una conoscenza. Comunque
sono un’ottimista, prima o poi si arriva a tutto, ma bisogna cercare sempre di
migliorarsi e non di crogiolarsi su ciò che si è fatto o ciò che non è stato
compreso.
27- Ami i social network? Per un autore sono croce o
delizia?
Sono una deliziosa croce.
Oggi è impensabile starne fuori, in ogni caso per me sono semplicemente mezzi,
canali.
28- Com’è il tuo rapporto con i lettori?
Sinceramente non ho molte
possibilità di avere rapporti con i miei lettori, non ho un sito né un blog. Ricevo
però tantissime richieste d’amicizia su alcuni social network in cui sono
presente e non è semplice gestirli,
alcuni di loro fanno domande interessanti e mi fa un gran piacere
raccontargli tutto quello che non ho potuto scrivere nel romanzo, o entrare nel
particolare, però oltre a questo non c’è altro.
29- Una domanda un po’ peperina, se una grossa casa
editrice ti contattasse perché interessata a pubblicare qualcosa di tuo, ancora
inedito, e ti dicesse che però dovresti stravolgere il tuo lavoro e fare un po’
come vogliono loro per riuscire a vendere più copie, tu accetteresti?
Stravolgere? Stravolgere è tanto. Forse
troppo. A me interessa fare un lavoro di qualità e se nel mio percorso incontro
qualcuno che è in grado di darmi questa possibilità sono disposta a farlo, ma
non si tratta di stravolgere piuttosto di rivedere, di metter mano qua e là.
Parlare di stravolgimenti mi da tanto l’idea di diventare una marionetta nelle
mani di qualcuno. Per Il sigillo
dell’ultimo imperatore è successo qualcosa di simile. E’ un libro di circa ottocento
pagine, i costi di stampa sarebbero stati molto alti, motivo per cui, pur
trovando più che valido il romanzo, nessuno osava puntare su una perfetta
sconosciuta. Così ben due case editrici di un certo livello mi hanno proposto
di dividerlo in due o addirittura in una trilogia. Però non mi sono sentita di
farlo, ho preferito lasciare il romanzo così com’era stato pensato e scritto
rifiutando a malincuore le loro offerte.
30- Quali sono le difficoltà più grandi che hai
incontrato (e che stai incontrando) nella promozione del tuo libro?
Io non mi occupo
della promozione dei miei lavori, non ne sono in grado. Posso dire però che è
sbagliato pensare solo al momento del lancio. Un romanzo ha vita lunga e
passati i primi tempi e anche i secondi, non basta solo il passaparola. Vi
ringrazio infatti di questa intervista perché mi date una buona occasione per
parlare di questo romanzo che è già da tempo pubblicato.
31- Quanto è importante secondo te la promozione per il
successo di un libro?
Molto, è inutile
negarlo. Questo non vuol dire che solo grazie alla promozione si raggiunge il
successo, ma una buona storia e una buona promozione arrivano al successo. Bisogna
averlo lo spazio per espandersi, senza di questo anche una grande opera viene
soffocata.
32-Cosa consigli ad una persona che si affaccia nel mondo
della scrittura?
Di essere
intellettualmente onesti con loro stessi, perché ciò che scriviamo resta, resta
nel nostro passato e nel nostro presente, resta nella nostra carriera, nelle
nostre anime, in quelle dei nostri lettori e in quelle dei nostri cari. Resta
sul web, resta sulla carta, resta sulla bocca dei nostri amici e dei nostri
nemici.
33-Cosa o chi ha ispirato la storia che hai scritto?
Tante cose,
tantissime. Sempre tutto quello che m’incuriosisce diventa fonte di
ispirazione. Il nucleo iniziale si genera e successivamente si espande sempre
per assecondare un mio desiderio di conoscere meglio qualche aspetto della
storia, inizio le ricerche, indago e ciò
che incontro improvvisamente finisce nelle pagine del romanzo. Poi con un po’ di fantasia e un po’ di sano
romanticismo, che serve per animare tutti i personaggi, ho più o meno qualcosa
di buono da cui iniziare la storia.
34- I personaggi sono reali o inventati?
Per Il sigillo dell’ultimo imperatore mi
sono ispirata ad alcuni personaggi reali, vivi, molto vicini a me o in alcuni
casi per esempio sono stati miei consulenti. Per il primo libro della nuova
trilogia, Quarta sponda anche se il
titolo ancora non è definitivo visto che spetta alla CE deciderlo, i personaggi
sono del tutto di fantasia, non ho trovato ispirazione nel mio “vicinato
d’anime” perché l’epoca è lontana dal presente e sono veramente troppo diversi, mi riferisco
alla cultura e ai modi di fare. Atteggiamenti come per esempio ha Kk, che è il
protagonista maschile di Il sigillo
dell’ultimo imperatore, sarebbero del tutto fuori luogo negli anni
cinquanta, risulterebbero poco credibili.
35-Chi ti ha sostenuto in quest’avventura?
Tutti, sempre tutti,
dalla mia famiglia ai miei amici che si armano di tanta pazienza, leggono in
anteprima ciò che scrivo e mi danno il loro prezioso contributo con critiche
che mi spingono sempre a riflettere.
36--Ultimo libro letto?
Hitler, di Giuseppe
Genna
37-Che genere leggi?
Di tutto, preferisco
però biografie di personaggi storici oppure ovviamente romanzi storici.
38-Da cosa scegli un nuovo romanzo da leggere, non so
copertina, trama, autore ecc.?
C’è sempre una
curiosità da soddisfare quando mi avvicino a un nuovo romanzo, che sia un
momento storico o un luogo o un sentimento, quindi non guardo nomi o copertine
ma la sinossi.
39-A quale autori non sai rinunciare?
Diciamo che con il
passare del tempo anche i gusti cambiano, di recente ho scoperto nuovi autori
che hanno colmato molti vuoti, anche vuoti inutili se vogliamo ma ugualmente la
soddisfazione nel colmarli è stata tanta, a questi oggi come oggi avrei
difficoltà a rinunciare, la ventata
d’aria fresca che porta la novità trascina sempre nel cambiamento.
40- Di cosa hai paura?
Di scrivere
inesattezze, mi sento addosso una grande responsabilità nel raccontare la
storia, riuscire veramente a calarsi in epoche lontane e avere tutto sotto
controllo è possibile farlo solo attraverso un lungo e accurato studio. E’
fondamentale calarsi in quel mondo, far riaffiorare quel modo di parlare e di
pensare, di vestire e di agire. Occorre ricostruire con l’immaginazione le
location, raccontare e descrivere luoghi, strade o monumenti di cui oggi
magari, neanche ne conosciamo più l’esistenza. Bisogna esser in grado di
riportare nello stato d’animo dei personaggi le emozioni causate da avvenimenti
storico/politici che nelle varie epoche hanno condizionato le esistenze. Per
arrivare quindi a un buon lavoro si deve aver studiato a lungo tutti questi
aspetti, averli sviscerati in ogni loro dettaglio, confrontati e ricercati sui
testi, sui racconti, negli archivi storici e nelle biblioteche, sulla bocca
delle persone che riportano i loro ricordi e via dicendo.
41-Dove vorresti vivere?
Esattamente dove vivo,
amo la mia città immensamente. Roma, come poche altre città al mondo, è il riflesso
dell’uomo sulla pietra, è immensa, è grande, è lontana,
remota, si perde nella notte dei tempi.
42-Hai altri hobby oltre la scrittura?
L’arte in ogni suo
aspetto, dalla pittura alla musica, sia praticare la mia che ammirare e
ascoltare quella degli altri.
43-Qual è il tuo sogno più grande?
Beh il mio modo di
scrivere si avvicina molto alla sceneggiatura,
è un campo quello che mi piacerebbe immensamente annusare.
44-Ti piacciono gli animali?
Si, ho due cani che
adoro. Teddy e Giupi. Sono il ritratto peloso di Don Chisciotte e Sancio Panza.
45-Credi nella magia e nel paranormale?
No, però credo in una
terza dimensione sicuramente, le nostre emozioni sono la testimonianza che
esiste qualcosa che non sia scientificamente provabile o imprigionabile in una
formula.
46-Come ti immagini tra vent'anni?
Su un bel divano
morbido, davanti ad un camino, circondata dai miei nipoti, con una crocchia
bianca in testa, gli occhiali sulla punta del naso a scartare il regalo che mi
fanno per il mio novantesimo compleanno. In perfetto stile Disney!
47-Libro preferito ed autore preferito? Perchè?
E’ la domanda più
difficile a cui rispondere, non riesco a dirti solo un titolo. I libri che in
assoluto mi hanno scolpito, lacerato, impressionato sono stati senza ombra di
dubbio “L’arte di amare” di Erich From, “La forza di amare” di Martin Luther King e “Lettera
a un bambino mai nato” di Oriana Fallaci che ho letto da adolescente. Le
letture invece che mi hanno fatto volare, sognare e desiderare di scrivere sono
state prima di tutto “Come un’aquila nel cielo” di Wilbur Smith e “Pilastri
della terra” di Ken Follett.
48-A che età ha iniziato a leggere? E con quale libro?
Essendo dislessica ho
iniziato a leggere molto tardi. Il primo vero libro che ho letto è stato San Francesco di Loyola, avevo quindici
anni e ovviamente non fu una scelta spontanea ma fu una scommessa con mio
padre, a casa nostra esisteva una libreria enorme e più o meno in ogni parete
c’erano scaffali e scaffali di libri. Scioccamente proposi a mio padre di fare
un po’ di spazio e quindi di eliminare qualcuno di quelli che io ritenevo
solamente vecchi e polverosi volumi. Lui acconsentì però mi disse che avrei
potuto farlo solo dopo averli letti tutti. Trascorso un anno ero arrivata giusto
al secondo scaffale, avevo letto le cose più disparate, da trattati di legge a
Gianburrasca mentre mio padre se ne andava in giro per casa con un sorriso di
soddisfazione stampato sul volto.
49-Progetti per il futuro? Un nuovo libro nel cassetto?
Spero tra pochissimo
di concludere Quarta sponda, poi ci
saranno gli altri due volumi della trilogia. Per ora vorrei lasciare rubriche,
articoli e antologie un po’ in secondo piano, anche se sono sempre grandi
spunti per imparare qualcosa mi distolgono molto dalla stesura vera e propria
del romanzo.
50-Che consiglio daresti agli autori che stanno leggendo
questa intervista?
Che non bisogna puntare solamente alla
pubblicazione o giudicare il proprio lavoro per ciò che avverrà dopo, ma bisogna
giudicarlo per ciò che ci dà durante.
Grazie a Paola per l'intervista!
Paola non vedo l'ora d' immeggermi nei tuoi romanzi...
RispondiEliminaFINALMENTE UNA INTERVISTA CHE DICE QUALCOSA, E' INTERESSANTE E LA PERSONALITA' DELLA SCRITTRICE E' VIVA E SINCERA- BRAVA L'INTERVISTATRICE E BARVA LA SCRITTRICE
RispondiEliminaPer me Paola è stata una piacevole sorpresa.
RispondiEliminaAggiungo anche che avendola conosciuta ha una umanità sincera fuori del comune.
Consiglio a tutti di averla come amica.