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mercoledì 9 marzo 2016

#Intervista a Alessio Del Debbio




1-Grazie per aver accettato l’intervista. Possiamo darti del tu?
Grazie a voi per l’ospitalità sul blog. Mi fa piacere essere ospite di un portale che promuove gli scrittori italiani emergenti.
2-Spiegaci chi sei, che lavoro fai, cosa ami fare nella tua vita?
Vivo a Viareggio, in Toscana, e sono un lettore appassionato, soprattutto di letteratura fantastica. In futuro mi piacerebbe avere una libreria o uno spazio dove organizzare eventi culturali, dai reading alle presentazioni di libri alle mostre fotografiche. Per il momento continuo a scrivere e a mettere su carta le mie idee.
3-Dicono che i colori rivelano il carattere di una persona. Qual è il tuo colore preferito, e cosa può dirci di te?
Il mio colore preferito è il blu/azzurro, che collego al cielo. Questo perché sono un gran sognatore, mi piace creare con la mente mondi fantastici in cui navigare e perdermi, sperando in futuro di poterli mettere su carta. Al tempo stesso il cielo mi rimanda all’infinito, all’idea di libertà, al superare i propri limiti, andando oltre i confini della nostra esistenza.
4-Tre aggettivi per descriverti
Tenace, fantasioso, perfezionista.
5-Come dicono di te gli altri?
Mah, spero dicano bene. ^^
6-Il giorno più bello della tua vita?
Può esserlo ogni giorno ed è bello aspettarlo.


7-Una cosa che ti rende felice?
Passare del tempo con le persone a cui voglio bene.
8-Tre persone che stimi?
Mia mamma, i miei nonni, i miei amici. Ok, sono più di tre, ma per l’ultimo gruppo non posso fare discriminazioni. J
9-Sei mai stato deluso/a?
Di continuo, quasi ogni giorno. È lo svantaggio principale quando sei una persona che si aspetta molto, da se stesso e dagli altri, per cui ogni mancanza o fallimento lo sento molto. Al tempo stesso non me la prendo troppo perché rimanere delusi significa aver creduto, in qualcosa o qualcuno, e lo preferisco al non provare alcunché.
10-Hai tatuaggi?
Non ne ho.
11-Cos’è per te la scrittura?
Ti faccio rispondere da Francesca, uno dei personaggi di “Favola di una falena”, una ragazza sognatrice che tiene un diario in cui mette a nudo le sue emozioni, sperando di farne un giorno un libro: “Scrivere è vivere, scrivere è la mia vita, l’unico modo in cui posso essere me stessa e tirare fuori la mia vera essenza. Soltanto così posso lasciarmi andare, viaggiare lontano, fuori e dentro di me, provando emozioni che nella vita la rispettabilità e il moralismo mi impediscono di esternare. Questa sono io, seduta su una tavola di legno, mentre il vento della sera mi sbatte in faccia quest’incompleto presente. Questa sono io, innamorata della vita e dell’amore, di un amore che ho perduto, di un amore che non sono forte abbastanza da affrontare.”
12- A quali scrittori ti ispiri?
Mah, cerco di non ispirarmi a nessuno ma di trovare il mio modo e il mio stile di scrittura, anche se ci sono alcuni modelli a cui mi piace rifarmi nelle ambientazioni o nella costruzione di mondi, come Luca Tarenzi, Tolkien o la Zimmer Bradley.
13-Quando scrivi di notte o di giorno?
Prevalentemente di pomeriggio o di sera, la mattina impiego troppo tempo per carburare. La sera, soprattutto, con i suoi silenzi è ispiratrice.
14-Ti definisci uno scrittore impulsivo o riflessivo?
Direi più riflessivo. Mi piace organizzare il mio lavoro, preparare una scaletta, uno schema dei personaggi, documentarmi sulle ambientazioni e quant’altro. Al tempo stesso, quando scrivo scrivo tutto quello che mi viene da dire in quel momento; ci sarà tempo, alla fine, per tagliare, correggere o sostituire qualcosa.
15-Scrivi a mano o al computer?
Purtroppo al computer, per praticità e velocità. Anche se non rinuncio a portarmi dietro un quadernino dove, ogni volta che ho un’idea, la appunto e segno frasi o pensieri sfuggenti.
16-Quando hai scritto il tuo primo libro?
Il primo libro l’ho scritto agli inizi degli anni Duemila, quando andavo all’università, ma sono riuscito a pubblicarlo soltanto nel 2010: “Oltre le nuvole – storie di amici”.
17-Da piccolo volevi fare lo scrittore?
Onestamente no. Volevo fare il pasticcere, poi il giornalaio (per leggermi tutti i fumetti) e poi il presentatore televisivo. L’idea di scrivere per pubblicare è nata dopo i vent’anni.
18-Pensi che la scrittura possa trasformarsi in un lavoro?
Sarebbe bello, ma non credo possa accadere in Italia, dove ci sono più scrittori che lettori e dove comunque, nell’opinione generale, non è vista di così grande importanza. Nei paesi anglosassoni è tutto un altro discorso.
19-Per scrivere ti preparo una scaletta? Se si poi la segui?
Sì, sempre. Come dicevo, sono molto metodico. Dopo l’idea, abbozzo la trama e una scaletta divisa in capitoli, in cui decido cosa succede in ciascun capitolo. È molto utile per non smarrirsi, soprattutto nelle storie con tanti personaggi e azioni contemporanee. In linea generale mi attengo alla scaletta, anche se è possibile che scrivendo alcune scene non funzionino o abbiano bisogno di espandersi e allora la aggiusto in corso d’opera.
20-Scrivi in ordine cronologico?
Non necessariamente. Dipende come è strutturato il romanzo. Con “Favola di una falena” e “Anime contro” sono andato in ordine cronologico, in quanto ciascun capitolo era successivo al precedente e per scriverlo dovevo sapere cosa era successo e come fino a quel momento. Invece in un romanzo fantasy ancora inedito ho proceduto in ordine sparso, in quanto oltre ai capitoli nel presente vi sono alcuni capitoli nel passato (che, tra l’altro, ho scritto prima degli altri) a intervallarli, e anche gli stessi del presente spesso seguono personaggi diversi, per cui ho semplicemente scritto quelli che mi andava di scrivere in un certo momento, riordinandoli poi alla fine.
21-Hai un luogo in particolare dove ami scrivere?
Scrivendo al computer, scrivo in camera mia, anche se non mi dispiace, soprattutto nelle belle giornate, andare sul molo, di fronte al mare, e prendere appunti, elaborare trame e future storie, cullato dalla brezza marina che rischiara la mente.
22-Parlaci dei tuoi libri/libro?
Attualmente ho pubblicato tre romanzi per ragazzi, un’antologia di racconti e vari racconti sparsi in antologie e riviste. I romanzi per ragazzi sono “Oltre le nuvole” e “Anime contro”, con protagonisti dei ragazzi all’ultimo anno delle superiori, in bilico tra adolescenza e età adulta, un momento molto intenso e di grandi cambiamenti; e “Favola di una falena”, che è più un new adult che un young adult, in quanto i protagonisti hanno vent’anni, sono studenti universitari o lavoratori. Sono tutti e tre ambientati a Viareggio e si contraddistinguono per una grande fede nell’amicizia, motore e sviluppo dell’azione, e per una continua ricerca e scoperta di sé dei personaggi. L’antologia si intitola “L’ora del diavolo”, invece, e raccoglie tredici racconti fantastici ispirati a tradizioni e leggende popolari della Lucchesia e delle Alpi Apuane, che ho rielaborato in forma romanzesca. Tra i racconti editi segnalo “L’abisso alla fine del mondo”, disponibile in ebook singolo su tutti gli store, è un breve fantasy distopico ispirato alla mitologia polinesiana.
23-Il tuo libro/libri sono auto pubblicati o editi?
I miei libri sono tutti pubblicati da case editrici. L’unica eccezione è il raccontino “Una vita lunga un sogno”, che ho pubblicato su Amazon lo scorso Natale. Si tratta di una breve storia con protagonista Nonna Dora, un’arzilla vecchietta che non vuole arrendersi al trascorrere del tempo. L’ho scritta per omaggiare i miei nonni, ma credo che chiunque, leggendola, possa dedicarla ai propri nonni.
24-Cosa pensi dei self?
Chi si autopubblica ha il vantaggio di gestire in maniera autonoma tutto il suo lavoro, dalla creazione alla promozione, e di incassare tutto quello che riesce a ricavare, di sicuro una percentuale superiore rispetto a quella ottenuta dai contratti stipulati con le case editrici, che non sono mai superiori al 10%. Al tempo stesso è difficile fare tutto da soli, soprattutto la promozione, senza l’appoggio di una casa editrice che possa aiutarti anche nell’organizzazione di eventi. Infine, autopubblicandosi si evita praticamente il giudizio professionale di qualcuno del mestiere. Ho letto dei libri autopubblicati e li ho trovati ottimi (quelli di Aurora Stella e di Giada Bafanelli, ad esempio), di certo superiori a tanta robaccia pubblicata dalle case editrici, ma ne ho letti anche di scritti male, senza attenzione neppure all’italiano. Diciamo che è un universo in cui bisogna muoversi con attenzione.
25-Cosa pensi di  chi paga per farsi pubblicare?
È un inganno in cui è facile cadere. Un po’ per inesperienza e ingenuità (chi si approccia per la prima volta al mondo editoriale spesso non ha idea di tutto ciò che c’è dietro, pensa soltanto a voler pubblicare), un po’ per le difficoltà oggettive di ottenere riscontri dalle case editrici (che sono invase ogni anno da milioni di manoscritti!), le case editrici a pagamento approfittano un po’ di questa situazione e purtroppo in questo modo il sistema si ingolfa sempre di più. Certo, come in tutte le cose, ci sono libri pubblicati con editori a pagamento che non sono male, si lasciano leggere, ma altri invece su cui si nota che non è stato fatto neppure un editing minimo.
26-Per pubblicare con una grande CE serve avere delle conoscenze o ci si può arrivare solo con le proprie forze?
Speranzosamente ti direi che ci si può arrivare con le proprie forze. Di fatto temo proprio che non sia così. Ho inviato più volte manoscritti a case editrici medio grandi e non ho mai avuto neanche una risposta negativa, immagino sia dovuto all’enorme quantità di materiale che ricevono ogni giorno. Certo, le conoscenze aiutano, come in ogni settore, ma credo che la qualità sia sempre il miglior biglietto da visita.
27- Ami i social network? Per un autore sono croce o delizia?
Onestamente? Ne farei volentieri a meno. Di certo sono una bella invenzione ma, come tutte le moderne tecnologie, l’uomo finisce per farne un uso eccessivo e molte persone preferisco starsene incollate a uno schermo piuttosto che uscire, vedere il mondo, conoscere gente e parlare con gli altri. I social network hanno dato voce a molte persone ma al tempo stesso quelle persone hanno perduto la capacità di ascoltare. Non fosse necessario per pubblicizzare i miei libri, penso che ne farei a meno.
28- Com’è il tuo rapporto con i lettori?
Piacevole. Quando organizzo presentazioni, mi piace che non siano delle presentazioni cattedratiche ma siano interattive, con interventi del pubblico, delle chiacchierate praticamente, dove poter parlare del mio libro, del lavoro che c’è stato dietro e anche, perché no, delle aspettative stesse dei lettori.
29- Una domanda un po’ peperina, se una grossa casa editrice ti contattasse perché interessata a pubblicare qualcosa di tuo, ancora inedito, e ti dicesse che però dovresti stravolgere il tuo lavoro e fare un po’ come vogliono loro per riuscire a vendere più copie, tu accetteresti?
Beh, è possibile che avvenga. Ogni casa editrice ha una sua linea editoriale, che spesso riflette i gusti o le mode del momento, per cui è possibile che richieste simili si verifichino (faccio notare che un editing massiccio può avvenire anche con piccole case editrici!). Bisogna vedere sia cosa viene chiesto di modificare, sia quanta è l’aspirazione per pubblicare con quella casa editrice. Personalmente sono abbastanza umile da accettare di non aver scritto un capolavoro perfetto bensì un testo su cui una persona competente e con professionalità potrebbe intervenire, allo scopo di migliorarlo. Tutto sta a capire quanto il cambiamento sia finalizzato a un miglioramento del libro (e allora ci starei) o a un suo stravolgimento completo (che darebbe vita a un nuovo libro, e quindi andrebbe valutato sul momento). Comunque in linea di massima sono aperto a valutare le modifiche, non sono un autore che dice “no, il mio testo non si tocca”.
30- Quali sono le difficoltà più grandi che hai incontrato (e che stai incontrando) nella promozione del tuo libro?
Beh, le difficoltà stanno proprio nella promozione, ossia nel farlo notare. In Italia escono 60000 libri l’anno, ossia più di 160 libri al giorno, come fa un autore sconosciuto a far notare il proprio libro? Di sicuro ci vuole pazienza, impegno costante e tanta pubblicità. Partecipare agli eventi, incontri letterari è la cosa migliore. La promozione su internet va bene ma il contatto fisico con la gente non va mai dimenticato.
31- Quanto è importante secondo te la promozione per il successo di un libro?
Tantissimo. Oserei dire che è il 51%, contro il 49% dell’effettiva qualità del libro. Proprio alla luce di quanto detto sopra, ossia di un sistema editoriale che vede migliaia e migliaia di libri pubblicati ogni anno, e vendite basse, lettori scarsi (un italiano su due nel 2015 non ha letto neanche un libro!), la promozione è fondamentale e spesso va anche a scapito della qualità. Basta vedere le classifiche di vendite o i commenti in rete: non sempre il libro che ha più successo è oggettivamente un bel libro, spesso ci sono fenomeni commerciali di bassa qualità ma studiati con strategie di marketing apposito per invogliare e avvicinare anche i lettori più restii. La pubblicità è davvero l’anima del commercio.
32-Cosa consigli ad una persona che si affaccia nel mondo della scrittura?
Leggere e scrivere. Leggere e scrivere. Leggere e scrivere. Ossia documentarsi, guardare cosa viene pubblicato in quel momento, studiare le fonti, e poi esercitarsi tanto. Più uno scrive e più uno migliora. E avere l’umiltà e anche la disponibilità d’animo a mettersi in gioco, a confrontarsi, magari con gruppi di scrittura o laboratori.
33-Cosa o chi ha ispirato la storia che hai scritto?
“Favola di una falena” è un romanzo ambientato a Viareggio che segue le vicende di un gruppo di amici dopo la fine delle superiori. Una specie di Dawson’s Creek viareggino, praticamente. ^^ L’ispirazione l’ho trovata nella vita di ogni giorno, nel conflitto tra ideale e reale che attanaglia un po’ tutti, tra ciò che vorremmo fare, la persona che vorremmo essere, i sogni che vorremmo inseguire, e quello che realmente siamo e facciamo. “Favola di una falena” parla di questo, è la favola di Veronica, piccola falena in cerca di luce.
34- I personaggi sono reali o inventati?
I personaggi sono inventati, ma potrebbero essere molti ragazzi di quell’età, con i loro sogni e i loro problemi.
35-Chi ti ha sostenuto in quest’avventura?
Mia madre, che non ha mai smesso di credere in me, e gli amici, che sempre mi incitano nel finire una storia, o nello scriverne una nuova.
36--Ultimo libro letto?
La trilogia di Maze Runner, di James Dashner, uno dei pochi casi in cui ho letto i libri dopo aver visto i film.
37-Che genere leggi?
Leggo prevalentemente romanzi fantastici, che evadono dal reale, soprattutto urban fantasy (genere che adoro), high e epic fantasy e fantasy mitologico. Mi piacciono anche i romanzi d’avventura e storici, insomma i libri ricchi d’azione.
38-Da cosa scegli un nuovo romanzo da leggere, non so copertina, trama, autore ecc.?
Dipende. Di sicuro se conosco l’autore, e se mi piace, sono invogliato a scoprire cosa abbia scritto. Ci sono autori che amo, come Cecilia Randall, Luca Tarenzi e Aislinn, di cui ho letteralmente letto ogni romanzo che hanno pubblicato. Se invece l’autore non lo conosco, allora il primo impatto è la copertina, poi il titolo, la quarta di copertina e magari sfoglio un po’ per vedere lo stile.
39-A quale autori non sai rinunciare?
Eh, ce ne sono tanti. Tra gli italiani Cecilia Randall, Luca Tarenzi e Aislinn. Tra gli stranieri James Rollins (ho tutti i suoi libri della Sigma Force), George Martin (sperando che finisca le Cronache del Ghiaccio e del Fuoco, prima o poi!) e alcuni classici, come Kerouac e Hemingway.
40- Di cosa hai paura?
Della mancanza di libertà.
41-Dove vorresti vivere?
A Berlino, ci manca soltanto il mare poi è perfetta. Altrimenti “mi accontenterei” di vivere sul mare in California o in Nuova Zelanda. J
42-Hai altri hobby oltre la scrittura?
Sono un appassionato di serie tv, soprattutto fantastiche (Arrow, The Flash, Agents of Shield, Supernatural, Merlin, Once upon a time, The originals, Teen Wolf, Game of Thrones ecc), al punto che è diventato quasi un lavoro riuscire a seguirle tutte. ^^ Inoltre mi piace viaggiare, fare fotografie e passare le serate estive sul mare con gli amici.
43-Qual è il tuo sogno più grande?
Non smettere mai di scrivere. Significa che ho ancora tante idee in testa, tanta fantasia e creatività, e ovviamente spero di aver ottenuto un buon riscontro.
44-Ti piacciono gli animali?
Sì, soprattutto i felini. Adoro i gatti, ne ho sempre avuti a farmi compagnia. Amo la loro indipendenza ma al tempo stesso anche la loro grande voglia di dare e ricevere affetto. Infatti anche a Francesca, la protagonista dei miei romanzi per ragazzi, ho dato un gatto, a tenerle compagnia nelle sue sere nere, di nome Merlino, magari è un po’ magico.
45-Credi nella magia e nel paranormale?
Ne sono incuriosito e mi piacerebbe davvero scoprire che esiste qualcosa di più oltre il grigio materialismo di questo mondo.
46-Come ti immagini tra vent'anni?
Sempre a scrivere, e magari a lamentarmi per non aver ancora finito di scrivere tutti i libri che ho in testa.
47-Libro preferito ed autore preferito? Perchè?
Bella domanda. Ne ho tre. Il signore degli anelli, di Tolkien, perché è stato il primo libro complesso che ho letto e che mi ha fatto appassionare al fantasy; Le nebbie di Avalon, di Marion Zimmer Bradley, di cui adoro l’atmosfera celtica e avaloniana, e On the road, di Jack Kerouac, l’unico romanzo non fantasy che adoro; lo considero un vero e proprio inno alla vita, soprattutto grazie alla figura ben riuscita di Dean Moriarty, il compagno di viaggio perfetto per chi vuole lasciarsi andare e scappare lungo le strade d’America.
48-A che età ha iniziato a leggere? E con quale libro?
Credo presto, ma il primo libro che ricordo precisamente di aver letto è stato “Lo hobbit” alle medie, uno dei libri presi in prestito con il comodato, che mi ha appassionato talmente tanto da divorarlo in pochi giorni.
49-Progetti per il futuro?Un nuovo libro nel cassetto?
Tanti progetti e tante idee per una ventina di libri. Al momento sto scrivendo il secondo capitolo di una trilogia urban fantasy ambientata in Garfagnana, con forti riferimenti alla mitologia norrena.
50-Che consiglio daresti agli autori che stanno leggendo questa intervista?
Memento audere semper.

Grazie per l’ospitalità! 

Grazie a te Alessio per l'intervista!

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