1-Grazie per aver accettato l’intervista. Possiamo darti
del tu?
Grazie a voi
per l’ospitalità sul blog. Mi fa piacere essere ospite di un portale che
promuove gli scrittori italiani emergenti.
2-Spiegaci chi sei, che lavoro fai, cosa ami fare nella
tua vita?
Vivo a
Viareggio, in Toscana, e sono un lettore appassionato, soprattutto di
letteratura fantastica. In futuro mi piacerebbe avere una libreria o uno spazio
dove organizzare eventi culturali, dai reading alle presentazioni di libri alle
mostre fotografiche. Per il momento continuo a scrivere e a mettere su carta le
mie idee.
3-Dicono che i colori rivelano il carattere di una
persona. Qual è il tuo colore preferito, e cosa può dirci di te?
Il mio colore preferito è il blu/azzurro, che collego al
cielo. Questo perché sono un gran sognatore, mi piace creare con la mente mondi
fantastici in cui navigare e perdermi, sperando in futuro di poterli mettere su
carta. Al tempo stesso il cielo mi rimanda all’infinito, all’idea di libertà,
al superare i propri limiti, andando oltre i confini della nostra esistenza.
4-Tre aggettivi per descriverti
Tenace, fantasioso, perfezionista.
5-Come dicono di te gli altri?
Mah, spero
dicano bene. ^^
6-Il giorno più bello della tua vita?
7-Una cosa che ti rende felice?
Passare del
tempo con le persone a cui voglio bene.
8-Tre persone che stimi?
Mia mamma, i miei nonni, i miei amici. Ok, sono più di tre,
ma per l’ultimo gruppo non posso fare discriminazioni. J
9-Sei mai stato deluso/a?
Di continuo, quasi ogni giorno. È lo svantaggio principale
quando sei una persona che si aspetta molto, da se stesso e dagli altri, per
cui ogni mancanza o fallimento lo sento molto. Al tempo stesso non me la prendo
troppo perché rimanere delusi significa aver creduto, in qualcosa o qualcuno, e
lo preferisco al non provare alcunché.
10-Hai tatuaggi?
Non ne ho.
11-Cos’è per te la scrittura?
Ti faccio rispondere da Francesca, uno dei personaggi di
“Favola di una falena”, una ragazza sognatrice che tiene un diario in cui mette
a nudo le sue emozioni, sperando di farne un giorno un libro: “Scrivere è vivere, scrivere è la mia vita, l’unico modo in cui posso essere me stessa
e tirare fuori la mia vera essenza. Soltanto così posso lasciarmi andare,
viaggiare lontano, fuori e dentro di me, provando emozioni che nella vita la
rispettabilità e il moralismo mi impediscono di esternare. Questa sono io,
seduta su una tavola di legno, mentre il vento della sera mi sbatte in faccia
quest’incompleto presente. Questa sono io, innamorata della vita e dell’amore,
di un amore che ho perduto, di un amore che non sono forte abbastanza da
affrontare.”
12- A quali scrittori ti ispiri?
Mah, cerco di
non ispirarmi a nessuno ma di trovare il mio modo e il mio stile di scrittura,
anche se ci sono alcuni modelli a cui mi piace rifarmi nelle ambientazioni o
nella costruzione di mondi, come Luca Tarenzi, Tolkien o la Zimmer Bradley.
13-Quando scrivi di notte o di giorno?
Prevalentemente di pomeriggio o di sera, la mattina impiego
troppo tempo per carburare. La sera, soprattutto, con i suoi silenzi è
ispiratrice.
14-Ti definisci uno scrittore impulsivo o riflessivo?
Direi più
riflessivo. Mi piace organizzare il mio lavoro, preparare una scaletta, uno
schema dei personaggi, documentarmi sulle ambientazioni e quant’altro. Al tempo
stesso, quando scrivo scrivo tutto quello che mi viene da dire in quel momento;
ci sarà tempo, alla fine, per tagliare, correggere o sostituire qualcosa.
15-Scrivi a mano o al computer?
Purtroppo al
computer, per praticità e velocità. Anche se non rinuncio a portarmi dietro un
quadernino dove, ogni volta che ho un’idea, la appunto e segno frasi o pensieri
sfuggenti.
16-Quando hai scritto il tuo primo libro?
Il primo libro l’ho scritto agli inizi degli anni Duemila,
quando andavo all’università, ma sono riuscito a pubblicarlo soltanto nel 2010:
“Oltre le nuvole – storie di amici”.
17-Da piccolo volevi fare lo scrittore?
Onestamente no. Volevo fare il pasticcere, poi il giornalaio
(per leggermi tutti i fumetti) e poi il presentatore televisivo. L’idea di
scrivere per pubblicare è nata dopo i vent’anni.
18-Pensi che la scrittura possa trasformarsi in un
lavoro?
Sarebbe
bello, ma non credo possa accadere in Italia, dove ci sono più scrittori che
lettori e dove comunque, nell’opinione generale, non è vista di così grande
importanza. Nei paesi anglosassoni è tutto un altro discorso.
19-Per scrivere ti preparo una scaletta? Se si poi la
segui?
Sì, sempre. Come dicevo, sono molto metodico. Dopo l’idea,
abbozzo la trama e una scaletta divisa in capitoli, in cui decido cosa succede
in ciascun capitolo. È molto utile per non smarrirsi, soprattutto nelle storie
con tanti personaggi e azioni contemporanee. In linea generale mi attengo alla
scaletta, anche se è possibile che scrivendo alcune scene non funzionino o
abbiano bisogno di espandersi e allora la aggiusto in corso d’opera.
20-Scrivi in ordine cronologico?
Non necessariamente. Dipende come è strutturato il romanzo.
Con “Favola di una falena” e “Anime contro” sono andato in ordine cronologico,
in quanto ciascun capitolo era successivo al precedente e per scriverlo dovevo
sapere cosa era successo e come fino a quel momento. Invece in un romanzo
fantasy ancora inedito ho proceduto in ordine sparso, in quanto oltre ai
capitoli nel presente vi sono alcuni capitoli nel passato (che, tra l’altro, ho
scritto prima degli altri) a intervallarli, e anche gli stessi del presente
spesso seguono personaggi diversi, per cui ho semplicemente scritto quelli che
mi andava di scrivere in un certo momento, riordinandoli poi alla fine.
21-Hai un luogo in particolare dove ami scrivere?
Scrivendo al
computer, scrivo in camera mia, anche se non mi dispiace, soprattutto nelle
belle giornate, andare sul molo, di fronte al mare, e prendere appunti,
elaborare trame e future storie, cullato dalla brezza marina che rischiara la
mente.
22-Parlaci dei tuoi libri/libro?
Attualmente ho pubblicato tre romanzi per ragazzi,
un’antologia di racconti e vari racconti sparsi in antologie e riviste. I
romanzi per ragazzi sono “Oltre le nuvole” e “Anime contro”, con protagonisti
dei ragazzi all’ultimo anno delle superiori, in bilico tra adolescenza e età
adulta, un momento molto intenso e di grandi cambiamenti; e “Favola di una
falena”, che è più un new adult che un young adult, in quanto i protagonisti
hanno vent’anni, sono studenti universitari o lavoratori. Sono tutti e tre
ambientati a Viareggio e si contraddistinguono per una grande fede
nell’amicizia, motore e sviluppo dell’azione, e per una continua ricerca e
scoperta di sé dei personaggi. L’antologia si intitola “L’ora del diavolo”,
invece, e raccoglie tredici racconti fantastici ispirati a tradizioni e
leggende popolari della Lucchesia e delle Alpi Apuane, che ho rielaborato in
forma romanzesca. Tra i racconti editi segnalo “L’abisso alla fine del mondo”,
disponibile in ebook singolo su tutti gli store, è un breve fantasy distopico
ispirato alla mitologia polinesiana.
23-Il tuo libro/libri sono auto pubblicati o editi?
I miei libri sono tutti pubblicati da case editrici. L’unica
eccezione è il raccontino “Una vita lunga un sogno”, che ho pubblicato su
Amazon lo scorso Natale. Si tratta di una breve storia con protagonista Nonna
Dora, un’arzilla vecchietta che non vuole arrendersi al trascorrere del tempo.
L’ho scritta per omaggiare i miei nonni, ma credo che chiunque, leggendola,
possa dedicarla ai propri nonni.
24-Cosa pensi dei self?
Chi si
autopubblica ha il vantaggio di gestire in maniera autonoma tutto il suo
lavoro, dalla creazione alla promozione, e di incassare tutto quello che riesce
a ricavare, di sicuro una percentuale superiore rispetto a quella ottenuta dai
contratti stipulati con le case editrici, che non sono mai superiori al 10%. Al
tempo stesso è difficile fare tutto da soli, soprattutto la promozione, senza
l’appoggio di una casa editrice che possa aiutarti anche nell’organizzazione di
eventi. Infine, autopubblicandosi si evita praticamente il giudizio professionale
di qualcuno del mestiere. Ho letto dei libri autopubblicati e li ho trovati
ottimi (quelli di Aurora Stella e di Giada Bafanelli, ad esempio), di certo
superiori a tanta robaccia pubblicata dalle case editrici, ma ne ho letti anche
di scritti male, senza attenzione neppure all’italiano. Diciamo che è un
universo in cui bisogna muoversi con attenzione.
25-Cosa pensi di
chi paga per farsi pubblicare?
È un inganno
in cui è facile cadere. Un po’ per inesperienza e ingenuità (chi si approccia
per la prima volta al mondo editoriale spesso non ha idea di tutto ciò che c’è
dietro, pensa soltanto a voler pubblicare), un po’ per le difficoltà oggettive
di ottenere riscontri dalle case editrici (che sono invase ogni anno da milioni
di manoscritti!), le case editrici a pagamento approfittano un po’ di questa
situazione e purtroppo in questo modo il sistema si ingolfa sempre di più.
Certo, come in tutte le cose, ci sono libri pubblicati con editori a pagamento
che non sono male, si lasciano leggere, ma altri invece su cui si nota che non
è stato fatto neppure un editing minimo.
26-Per pubblicare con una grande CE serve avere delle
conoscenze o ci si può arrivare solo con le proprie forze?
Speranzosamente
ti direi che ci si può arrivare con le proprie forze. Di fatto temo proprio che
non sia così. Ho inviato più volte manoscritti a case editrici medio grandi e
non ho mai avuto neanche una risposta negativa, immagino sia dovuto all’enorme
quantità di materiale che ricevono ogni giorno. Certo, le conoscenze aiutano, come
in ogni settore, ma credo che la qualità sia sempre il miglior biglietto da
visita.
27- Ami i social network? Per un autore sono croce o
delizia?
Onestamente? Ne farei volentieri a meno. Di certo sono una
bella invenzione ma, come tutte le moderne tecnologie, l’uomo finisce per farne
un uso eccessivo e molte persone preferisco starsene incollate a uno schermo
piuttosto che uscire, vedere il mondo, conoscere gente e parlare con gli altri.
I social network hanno dato voce a molte persone ma al tempo stesso quelle
persone hanno perduto la capacità di ascoltare. Non fosse necessario per
pubblicizzare i miei libri, penso che ne farei a meno.
28- Com’è il tuo rapporto con i lettori?
Piacevole.
Quando organizzo presentazioni, mi piace che non siano delle presentazioni
cattedratiche ma siano interattive, con interventi del pubblico, delle
chiacchierate praticamente, dove poter parlare del mio libro, del lavoro che
c’è stato dietro e anche, perché no, delle aspettative stesse dei lettori.
29- Una domanda un po’ peperina, se una grossa casa
editrice ti contattasse perché interessata a pubblicare qualcosa di tuo, ancora
inedito, e ti dicesse che però dovresti stravolgere il tuo lavoro e fare un po’
come vogliono loro per riuscire a vendere più copie, tu accetteresti?
Beh, è
possibile che avvenga. Ogni casa editrice ha una sua linea editoriale, che
spesso riflette i gusti o le mode del momento, per cui è possibile che
richieste simili si verifichino (faccio notare che un editing massiccio può
avvenire anche con piccole case editrici!). Bisogna vedere sia cosa viene
chiesto di modificare, sia quanta è l’aspirazione per pubblicare con quella
casa editrice. Personalmente sono abbastanza umile da accettare di non aver
scritto un capolavoro perfetto bensì un testo su cui una persona competente e
con professionalità potrebbe intervenire, allo scopo di migliorarlo. Tutto sta
a capire quanto il cambiamento sia finalizzato a un miglioramento del libro (e
allora ci starei) o a un suo stravolgimento completo (che darebbe vita a un nuovo
libro, e quindi andrebbe valutato sul momento). Comunque in linea di massima
sono aperto a valutare le modifiche, non sono un autore che dice “no, il mio
testo non si tocca”.
30- Quali sono le difficoltà più grandi che hai
incontrato (e che stai incontrando) nella promozione del tuo libro?
Beh, le
difficoltà stanno proprio nella promozione, ossia nel farlo notare. In Italia
escono 60000 libri l’anno, ossia più di 160 libri al giorno, come fa un autore
sconosciuto a far notare il proprio libro? Di sicuro ci vuole pazienza, impegno
costante e tanta pubblicità. Partecipare agli eventi, incontri letterari è la
cosa migliore. La promozione su internet va bene ma il contatto fisico con la
gente non va mai dimenticato.
31- Quanto è importante secondo te la promozione per il
successo di un libro?
Tantissimo.
Oserei dire che è il 51%, contro il 49% dell’effettiva qualità del libro.
Proprio alla luce di quanto detto sopra, ossia di un sistema editoriale che
vede migliaia e migliaia di libri pubblicati ogni anno, e vendite basse,
lettori scarsi (un italiano su due nel 2015 non ha letto neanche un libro!), la
promozione è fondamentale e spesso va anche a scapito della qualità. Basta
vedere le classifiche di vendite o i commenti in rete: non sempre il libro che
ha più successo è oggettivamente un bel libro, spesso ci sono fenomeni
commerciali di bassa qualità ma studiati con strategie di marketing apposito
per invogliare e avvicinare anche i lettori più restii. La pubblicità è davvero
l’anima del commercio.
32-Cosa consigli ad una persona che si affaccia nel mondo
della scrittura?
Leggere e
scrivere. Leggere e scrivere. Leggere e scrivere. Ossia documentarsi, guardare
cosa viene pubblicato in quel momento, studiare le fonti, e poi esercitarsi
tanto. Più uno scrive e più uno migliora. E avere l’umiltà e anche la
disponibilità d’animo a mettersi in gioco, a confrontarsi, magari con gruppi di
scrittura o laboratori.
33-Cosa o chi ha ispirato la storia che hai scritto?
“Favola di
una falena” è un romanzo ambientato a Viareggio che segue le vicende di un
gruppo di amici dopo la fine delle superiori. Una specie di Dawson’s Creek
viareggino, praticamente. ^^ L’ispirazione l’ho trovata nella vita di ogni
giorno, nel conflitto tra ideale e reale che attanaglia un po’ tutti, tra ciò
che vorremmo fare, la persona che vorremmo essere, i sogni che vorremmo
inseguire, e quello che realmente siamo e facciamo. “Favola di una falena”
parla di questo, è la favola di Veronica, piccola falena in cerca di luce.
34- I personaggi sono reali o inventati?
I personaggi
sono inventati, ma potrebbero essere molti ragazzi di quell’età, con i loro
sogni e i loro problemi.
35-Chi ti ha sostenuto in quest’avventura?
Mia madre,
che non ha mai smesso di credere in me, e gli amici, che sempre mi incitano nel
finire una storia, o nello scriverne una nuova.
36--Ultimo libro letto?
La trilogia di Maze Runner, di James Dashner, uno dei pochi
casi in cui ho letto i libri dopo aver visto i film.
37-Che genere leggi?
Leggo prevalentemente romanzi fantastici, che evadono dal
reale, soprattutto urban fantasy (genere che adoro), high e epic fantasy e
fantasy mitologico. Mi piacciono anche i romanzi d’avventura e storici, insomma
i libri ricchi d’azione.
38-Da cosa scegli un nuovo romanzo da leggere, non so
copertina, trama, autore ecc.?
Dipende. Di sicuro se conosco l’autore, e se mi piace, sono
invogliato a scoprire cosa abbia scritto. Ci sono autori che amo, come Cecilia
Randall, Luca Tarenzi e Aislinn, di cui ho letteralmente letto ogni romanzo che
hanno pubblicato. Se invece l’autore non lo conosco, allora il primo impatto è
la copertina, poi il titolo, la quarta di copertina e magari sfoglio un po’ per
vedere lo stile.
39-A quale autori non sai rinunciare?
Eh, ce ne sono tanti. Tra gli italiani Cecilia Randall, Luca
Tarenzi e Aislinn. Tra gli stranieri James Rollins (ho tutti i suoi libri della
Sigma Force), George Martin (sperando che finisca le Cronache del Ghiaccio e
del Fuoco, prima o poi!) e alcuni classici, come Kerouac e Hemingway.
40- Di cosa hai paura?
Della
mancanza di libertà.
41-Dove vorresti vivere?
A Berlino, ci manca soltanto il mare poi è perfetta.
Altrimenti “mi accontenterei” di vivere sul mare in California o in Nuova
Zelanda. J
42-Hai altri hobby oltre la scrittura?
Sono un
appassionato di serie tv, soprattutto fantastiche (Arrow, The Flash, Agents of
Shield, Supernatural, Merlin, Once upon a time, The originals, Teen Wolf, Game
of Thrones ecc), al punto che è diventato quasi un lavoro riuscire a seguirle
tutte. ^^ Inoltre mi piace viaggiare, fare fotografie e passare le serate
estive sul mare con gli amici.
43-Qual è il tuo sogno più grande?
Non smettere
mai di scrivere. Significa che ho ancora tante idee in testa, tanta fantasia e
creatività, e ovviamente spero di aver ottenuto un buon riscontro.
44-Ti piacciono gli animali?
Sì, soprattutto i felini. Adoro i gatti, ne ho sempre avuti
a farmi compagnia. Amo la loro indipendenza ma al tempo stesso anche la loro
grande voglia di dare e ricevere affetto. Infatti anche a Francesca, la
protagonista dei miei romanzi per ragazzi, ho dato un gatto, a tenerle
compagnia nelle sue sere nere, di nome Merlino, magari è un po’ magico.
45-Credi nella magia e nel paranormale?
Ne sono
incuriosito e mi piacerebbe davvero scoprire che esiste qualcosa di più oltre
il grigio materialismo di questo mondo.
46-Come ti immagini tra vent'anni?
Sempre a
scrivere, e magari a lamentarmi per non aver ancora finito di scrivere tutti i
libri che ho in testa.
47-Libro preferito ed autore preferito? Perchè?
Bella domanda. Ne ho tre. Il signore degli anelli, di
Tolkien, perché è stato il primo libro complesso che ho letto e che mi ha fatto
appassionare al fantasy; Le nebbie di Avalon, di Marion Zimmer Bradley, di cui
adoro l’atmosfera celtica e avaloniana, e On the road, di Jack Kerouac, l’unico
romanzo non fantasy che adoro; lo considero un vero e proprio inno alla vita,
soprattutto grazie alla figura ben riuscita di Dean Moriarty, il compagno di
viaggio perfetto per chi vuole lasciarsi andare e scappare lungo le strade
d’America.
48-A che età ha iniziato a leggere? E con quale libro?
Credo presto, ma il primo libro che ricordo precisamente di
aver letto è stato “Lo hobbit” alle medie, uno dei libri presi in prestito con il
comodato, che mi ha appassionato talmente tanto da divorarlo in pochi giorni.
49-Progetti per il futuro?Un nuovo libro nel cassetto?
Tanti progetti e tante idee per una ventina di libri. Al
momento sto scrivendo il secondo capitolo di una trilogia urban fantasy
ambientata in Garfagnana, con forti riferimenti alla mitologia norrena.
50-Che consiglio daresti agli autori che stanno leggendo
questa intervista?
Memento audere semper.
Grazie per l’ospitalità!
-
Grazie per l'ospitalità! :)
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