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mercoledì 29 marzo 2017

JD Hurt [INTERVISTA:50 SFUMATURE D'AUTORE]


1-Grazie per aver accettato l’intervista. Possiamo darti del tu?
                Certamente, possiamo darci del tu.
2-Spiegaci chi sei, che lavoro fai, cosa ami fare nella tua vita?
                Sono laureata in giurisprudenza, ma faccio tutt'altro nella vita. Sono una paroliera, scrivo i testi delle canzoni.
3-Dicono che i colori rivelano il carattere di una persona. Qual è il tuo colore preferito, e cosa può dirci di te?
                Non ho un colore preferito, anche se le sfumature del mio animo tendono fortemente al nero; sono un tipo crepuscolare. Ai limiti del dark.
4-Tre aggettivi per descriverti
                Contraddittoria, anarchica, insofferente alla regole.
5-Come dicono di te gli altri?
Credo che le persone dicano molto poco di me. Per carattere tendo a farmi conoscere pochissimo; sono piuttosto riservata. E per fortuna o per disgrazia mi concedo col contagocce.
6-Il giorno più bello della tua vita?
Il giorno più bello della mia vita è quello in cui ho conosciuto mio marito.
7-Una cosa che ti rende felice?
Il mare.
8-Tre persone che stimi?
                Mio marito, mia sorella e tutti coloro che calpestati dalla vita trovano la forza di rialzarsi e combattere.
9-Sei mai stato deluso/a?
Sì. Sono stata tradita dall'infanzia.
10-Hai tatuaggi?
                Ho tre tatuaggi.
11-Cos’è per te la  scrittura?
Lo scrivere è un'urgenza interiore che da sempre mi consuma e che penso morirà con me.
12- A quali scrittori ti ispiri?
Non mi ispiro a nessun autore in particolare. Ma ammetto che darei un braccio per scrivere come Dostoevskij o come Bob Dylan. Quando Dylan ha vinto il Nobel per la letteratura una piccola parte di me si è sentita vincitrice. Mi sono commossa.
13-Quando scrivi di notte o di giorno?
Scrivo di notte e alle prime luci dell'alba.
14-Ti definisci una scrittrice impulsiva o riflessiva?
Decisamente impulsiva. Nello scrivere come nella vita non pianifico mai; mi lascio prendere per mano dagli eventi e dalla trama.
15-Scrivi a mano o al computer?
Scrivo le poesie e i testi delle canzoni a mano; i romanzi al pc.
16-Quando hai scritto il tuo primo libro?
Ho scritto il primo romanzo a sedici anni. Si intitolava Fidel ha scelto la non vita... non l'ho mai pubblicato. Lo scrivere è un lavoro. Vivo di musica e parole. Mio marito è un chitarrista.
17-Da piccola volevi fare la scrittrice?
Ho sempre voluto fare la scrittrice.
18-Pensi che la scrittura possa trasformarsi in un lavoro?
Lo scrivere è un lavoro. Un lavoro splendido ma anche doloroso.
19-Per scrivere ti preparo una scaletta? Se si poi la segui?
Non preparo mai una scaletta. Dentro me impera un caos interiore che funziona come un orologio svizzero.
20-Scrivi in ordine cronologico?
Dipende dalla storia.
21-Hai un luogo in particolare dove ami scrivere?
Sul letto e sulla mia poltrona. Col pc sulle gambe.
22-Parlaci dei tuoi libri/libro?
Ho cominciato a pubblicare i miei romanzi l'anno scorso su Amazon con lo pseudonimo JD Hurt. Essenzialmente si tratta di dark romance dai toni molto cupi: la Mafia Men Series composta da quattro romanzi (Alex, Sonny, Christopher e Josè) che narrano le peripezie di alcuni mafiosi italoamericani a New York. Inevitabilmente i protagonisti finiscono per intessere delle storie d'amore con le loro vittime/antagoniste e un thriller che si intitola Oltre il Bene. E poi c'è la duologia Stolen parte integrante della Dark Necessities Series. Tengo molto a Stolen; la storia di Shiloh, studentessa a New York, è ciò che mi rappresenta di più. Purtroppo o per fortuna Stolen racchiude molto di me. Comunque la Dark Necessities Series non è conclusa; più avanti pubblicherò American History che narra la storia di Marcia.
23-Il tuo libro/libri sono auto pubblicati o editi?
I miei libri sono solo auto pubblicati.
24-Cosa pensi dei self?
Penso che i self rappresentino una rara forma di libertà d'espressione nel mare di conformismo e ricerca del guadagno facile creato dallo scarso coraggio delle case editrici.
25-Cosa pensi di  chi paga per farsi pubblicare?
Penso che non abbia senso pagare per farsi pubblicare. Così si fornisce un sevizio tipografico; non si fa certo un investimento su un autore.
26-Per pubblicare con una grande CE serve avere delle conoscenze o ci si può arrivare solo con le proprie forze?
Non ne ho idea. Non ho mai pubblicato con una CE.
27- Ami i social network? Per un autore sono croce o delizia?
Non ho una grande stima dei social network. Non sono iscritta né ho in programma di farlo.
28- Com’è il tuo rapporto con i lettori?
Conosco poco i miei lettori. D'altronde, come ho detto, un mio grande limite è la riservatezza, il farmi conoscere poco. Approfitto del vostro blog per ringraziarli ancora.
29- Una domanda un po’ peperina, se una grossa casa editrice ti contattasse perché interessata a pubblicare qualcosa di tuo, ancora inedito, e ti dicesse che però dovresti stravolgere il tuo lavoro e fare un po’ come vogliono loro per riuscire a vendere più copie, tu accetteresti?
No. Non stravolgerei mai un mio lavoro per essere pubblicata da una casa editrice. Penso che fare una cosa del genere denoti una mancanza di “devozione” alla propria arte. Scrivere non è un vero lavoro; è anzitutto un bisogno. Perciò è un dovere non tradire se stessi e i lettori.
30- Quali sono le difficoltà più grandi che hai incontrato (e che stai incontrando) nella promozione del tuo libro?
Credo di essere la persona meno indicata a rispondere a questa domanda, perché faccio pochissima promozione ai miei libri. Però, ovviamente, la pubblicità è importantissima, così come il passaparola. Ecco: credo che nel far conoscere i miei romanzi siano stati fondamentali il passaparola dei lettori e il lavoro dei blogger.
31- Quanto è importante secondo te la promozione per il successo di un libro?
Come ho detto non faccio una grande promozione ai miei libri e non sono iscritta ai social:devo ammettere che la Mafia Men Series si è imposta sul mercato praticamente da sola. Per Stolen, invece, mi sono affidata ai bloggers. Ma devo dire che i lettori hanno “scovato” in maniera autonoma i miei romanzi su Amazon. E per questo li ringrazio di cuore.
32-Cosa consigli ad una persona che si affaccia nel mondo della scrittura?
Non mi sento di dare consigli a chi scrive, perché è un'arte troppo soggettiva. Ma in fondo una cosa mi sento di dirla: seguite voi stessi e non traditevi mai per nessun motivo.
33-Cosa o chi ha ispirato la storia che hai scritto?
New York è la musa ispiratrice dei miei libri. New York è la città dove ho studiato, New York è la città dove ho imparato ad amare. New York è la protagonista silenziosa di quasi tutti i miei romanzi.
34- I personaggi sono reali o inventati?
Shiloh di Stolen ha molto di me, delle mie inquietudini; West di Stolen è mio marito dalla testa ai piedi. E Joplin Di Marco (protagonista di Christopher) si ispira ad una persona che mi è molto cara.
35-Chi ti ha sostenuto in quest’avventura?
Filippo. Poi ancora Filippo. E, dopo, sempre e solo Filippo. Anche perché nessun altro sa chi si cela dietro il mio alter ego letterario (non l'ho detto a nessuno).
36--Ultimo libro letto?
Ho riletto il Grande Gatsby. Sto per iniziare Pastorale Americana.
37-Che genere leggi?
Prevalentemente thriller (adoro Pierre Lemaitre, Dennis Lehane e Stieg Larsson). Ma non disdegno i classici, la poesia e ogni tanto faccio qualche incursione nel mondo dei romance.
38-Da cosa scegli un nuovo romanzo da leggere, non so copertina, trama, autore ecc.?
Non scelgo mai un libro grazie alla copertina: è come giudicare una persona per il vestito che indossa. Non me ne vogliano gli studi di grafica, ma ciò che conta è il contenuto di un libro; la cover è solo un bell'involucro. Di solito scelgo in base alla sinossi e all'estratto se è possibile leggerlo, ma anche il nome dell'autore ha il suo peso (di Bob Dylan e di Jim Morrison leggerei anche la lista della spesa). Leggo pochissimo le recensioni; preferisco farmi un'opinione da sola.
39-A quale autori non sai rinunciare?
A Lemaitre, a Lehane, a Bob Dylan. Ma ogni tanto devo rileggere alcuni classici per ritrovare me stessa. To Kill A Mockingbird di Harper Lee ha quel sapore struggente che devo poter gustare di in tanto tanto e poche cose mi commuovono come la fredda disperazione di Camus nello Straniero e nella Peste.
40- Di cosa hai paura?
Ho trascorso l'infanzia ad avere paura. Ora che sono adulta (per così dire) mi vieto di averne. Voglio solo vivere.
41-Dove vorresti vivere?
Nel folle colore di South Miami con Filippo, l'amore della mia vita.
42-Hai altri hobby oltre la scrittura?
Il rock in tutte le sue sfumature e ogni sport che abbia a che fare con il mare.
43-Qual è il tuo sogno più grande?
Continuare a sognare.
44-Ti piacciono gli animali?
Amo gli animali e ho deciso di amare gli esseri umani anche se mi hanno spesso delusa.
45-Credi nella magia e nel paranormale?
No.
46-Come ti immagini tra vent'anni?
Non mi immagino. Vivo molto alla giornata, quasi al minuto.
47-Libro preferito ed autore preferito? Perchè?
Tanti troppi. Ma per citare un classico: Guerra e pace. Il perché è ovvio: è un romanzo perfetto. Descrive con dovizia di particolari tutta la gamma dei sentimenti umani. L'amore, il tradimento, la follia della guerra, il risentimento, il disincanto. E potrei continuare ad affibbiargli aggettivi per ore...
48-A che età ha iniziato a leggere? E con quale libro?
Ho iniziato a sei anni con le favole di Oscar Wilde (il gigante egoista) e ho continuato con Huckelberry Finn e le avventure di Tom Sawyer di Mark Twain.
49-Progetti per il futuro?Un nuovo libro nel cassetto?
Progetti per il futuro: un dark drama, American History che continua la Dark Necessities Series e narra la storia di Marcia.
50-Che consiglio daresti agli autori che stanno leggendo questa intervista?
Lo stesso di prima: siate sempre voi stessi e non traditevi mai.
Grazie mille per l'intervista e per avermi ospitato sul blog. Elena.


Grazie a Elena per l'intervista!   

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