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sabato 9 gennaio 2016

Le memorie perdute di Kori, di Diletta Nicastro [ANTEPRIMA]#Cover Book6

Per la sesta gara di cover abbiamo come vincitrice Diletta Nicastro con

"Le memorie perdute di Kori"







Titolo: Le memorie perdute di Kori
Autrice: Diletta Nicastro
Editore: Mauro & Lisi
Genere: mystery/romance 
Saga: Le nebbie di Meteora



TRAMA:

'Le memorie perdute di Kori' è il secondo volume della trilogia 'Le nebbie di Meteora', l'ottavo incarico della saga mystery romance - romantic suspense 'Il mondo di Mauro & Lisi', incentrata sul patrimonio dell'Umanità dell'Unesco.

Lisi Cavalieri ha perso la memoria.
Vive da sette mesi a Paxos, in Grecia, dove è chiamata Kori.
Solo un fermaglio di rame la lega al suo passato. E la capacità di avvertire il pericolo.
Quell’isola infatti altro non è che una prigione. Da cui non può scappare.
Che cosa è successo? Cosa vuole da lei Stavros? E di cosa ha paura Elettra?
Un appassionante intrigo internazionale. Inseguimenti frenetici, pugni rabbiosi, piani temerari e terroristi senza nome.
Un viaggio assolato e mozzafiato tra i caldi profumi della Grecia, le verdi insenature del Maryland e le torride coste di St. Paul’s Bay a Malta.
Animali intagliati, un’armonica stonata, fuochi d’artificio e un astuccio di velluto bianco.
Quando il sospetto si è ormai insinuato ovunque, quando Heracles sta per morire, quando Fitz e Penny stanno per scoppiare, quando Kieran ha perso tutto, compresa la Fede, quando Mauro riapre una casa, chiusa da più di vent’anni, arriva improvvisa una rivelazione che squarcia le tenebre…
Bisogna proteggere Kori. Bisogna salvare Lisi.
Subito.
O sarà troppo tardi.




ESTRATTI


Risveglio


molti anni dopo
Lakka, Isola di Paxos, Grecia
Giugno



Aprii gli occhi.
La luce del sole entrava dirompente attraverso le leggere tende della finestra.
Illuminava ogni angolo di quella stanza con mobili chiari e quadretti di mare alle pareti.
I palmi delle mani aperti sul letto.
Il cuore in tumulto.
Avevo visto qualcosa. Ancora.
Un pensiero. Un flash. Un ricordo.
Per quanto rimanessi immobile, tuttavia, non riuscivo a recuperarne neppure l’ombra. Se non
la scia di una luna piena.
Ma ero sicura che non si era trattato di un semplice sogno.
Un senso di vuoto. Di terrore. Di buio.
Null’altro riuscivo a recuperare.
Eppure mi sarebbe bastata una parola. Un colore. Un rumore. E forse avrei potuto
ricostruire un istante di passato.
Mi girai lentamente verso il comodino. Un’occhiata alla porta chiusa. Poi tirai un cassetto e
presi il quaderno dove appuntavo ogni cosa, ogni singola cosa che mi parlava di quel mondo
che sembrava perduto.
Parole in libertà o immagini precise ma senza alcuna collocazione.
Statua, Sogno di una notte di mezz’estate, fiore viola, grotte, conchiglia rosa, corsa, sentiero di
montagna, capelli su un volto, sabbia.
Sabbia.
Anche nel sogno che avevo appena fatto c’era della sabbia.
Umida.
Pomeriggio.
No. Non era pomeriggio. Era…
Un rumore al di là della porta.
Richiusi rapida il quaderno e lo lanciai dentro al cassetto.
Elettra Drakos non doveva vedermi così.
Nessuno doveva vedermi così.
Mi alzai rapida e mi infilai una maglia bianca e shorts di jeans.
L’estate stava per iniziare. Faceva caldo. E presto la Chrisi Akti1, la locanda della famiglia di
Elettra, si sarebbe riempita.
E fortunatamente non era mercoledì.
Quindi potevo tranquillamente scendere ed occuparmi dei clienti stranieri.
Curioso.
Ricordavo perfettamente la lingua inglese anche se non avevo idea di dove l’avessi imparata o
chi me l’avesse insegnata.
Perché di sicuro non ero madrelingua.
No.
1 Nota di Elettra: in greco Chrisi Akti significa La spiaggia dorata.
La mia vera nazionalità era un’altra.
Spagnola, avevo millantato.
Ma l’unica certezza che avevo dentro al cuore era di essere italiana.




Dica ‘Lo giuro’

Temple of Justice, Washington D.C., USA



Kieran guardava al di là dei finestrini scuri.
Poche centinaia di metri e sarebbero arrivati al Temple of Justice di Washington.
La notte era durata troppo poco. Troppo poco.
Chris guidava concentrato. Quasi non lo aveva guardato da quando era uscito dalla stanza.
Anche Hugh Dolittle si era tenuto a distanza.
Fitz era stato, viceversa, la sua ombra.
Ma anche con lui poche parole. E nessuna domanda.
Kieran chiuse gli occhi e strinse le mani.
Il cuore rallentava ed accelerava.
Ma aveva preso la sua decisione.
La macchina si fermò.
Una cerchia di giornalisti e fotografi si assembrò attorno a loro.
Il primo ad uscire fu Hugh Dolittle, per aprire un varco, per permettere di passare, per non
anticipare alcun commento.
Fitz girò gli occhi verso Kieran. “Mi fido di te”, fece duro.
Kieran lo invitò con arroganza a scendere.
La portiera si aprì.
Fitz scese.
Kieran scivolò lungo il sedile e lo seguì.
Scatti, flash, grida, domande, parole.
Fitz lo proteggeva.
Kieran non guardava niente e nessuno.
Solo piedi scuri che si distanziavano lentamente, mentre Fitz gridava per lasciarli passare.
Infine iniziarono a salire le scale.
Ancora scatti alle loro spalle. Qualche ultima domanda.
E chi già si collegava in diretta per aggiornare sulle ultime news.
Nigel Taylor si accostò a Midwinter.
Gli occhi fissi sugli schermi.
Braccia conserte.
“Tra cinque minuti”, informò Pip.
Un cenno d’assenso ma nessuna risposta.
Kieran aveva il respiro regolare. La pelle pallida.
Le mani fredde. Lo sguardo fisso.
Chris si girò verso Fitz.
Hugh Dolittle rimase indietro.
Infine la porta si aprì.
E l’aula del tribunale si schiuse davanti ai loro occhi.
Luce bianca, quasi accecante dalla sinistra.
Panche ordinate e stracolme da ambo i lati.
Centinaia di occhi si voltarono verso di lui.
Eppure Kieran non vedeva praticamente nulla di quello che aveva attorno.
Un uomo vestito di blu gli si avvicinò, gli toccò il braccio, gli fece un cenno di procedere
verso il banco dei testimoni.
I suoi piedi si mossero senza che quasi se ne rendesse conto. Eppure avvertiva il rumore delle
sue scarpe sul pavimento di marmo.
All’improvviso, per la prima volta, si sentì la schiena scoperta. Libera.
Cercò la fonte di quella luce accecante.
Alte e strette vetrate si affacciavano sul sole.
Strinse gli occhi quasi per proteggersi ed abbassò appena il volto.
E fu allora che lo vide.
Karim Usman Malik.
Seduto al banco degli imputati.
Lo fissava senza paura.
Anzi, con una lucida sicurezza negli occhi.
Fitz si sistemò in fondo all’aula.
In piedi. Un pugno chiuso sulle labbra.
Chris si fermò accanto a lui.
Lo interrogò con gli occhi.
Fitz mosse appena il capo.
Ma non disse nulla.
Nigel Taylor strinse le mani sotto alle braccia.
Nessuno osava dire una parola.
Si sentiva unicamente il digitare di Midwinter sul computer.
Le unghie di Rowena su una cartellina.
Un cassetto chiuso da Pip.
I mezzi tacchi di Doone.
Hugh Dolittle girava gli occhi attorno, attento ad ogni movimento. Ad ogni spostamento.
Il giudice aveva capelli bianchi e occhi chiarissimi.
Aveva superato i sessant’anni.
Mani lunghe e segnate dalle vene.
Sguardo vigile e sicuro.
Kieran abbassò gli occhi, per poi alzarli nuovamente su Karim e la sua muta arroganza.
Fitz andò alla ricerca di Hugh Dolittle con gli occhi.
Lo trovò.
Uno sguardo d’intesa.
E tornò a fissare Kieran.
L’uomo vestito di blu richiamò Kieran.
“Alzi la mano destra”, gli tese una copia della Bibbia. “Giuri di dire la verità, tutta la verità,
nient’altro che la verità? Dica ‘Lo giuro’”.
Fitz cambiò gamba d’appoggio.
Chris si toccò un orecchio.
Una donna vestita di nero si alzò e si spostò in fondo alla sala.
La pelle sotto alle dita. La scritta in bassorilievo.
“Dica ‘Lo giuro’”, ripeté l’uomo in blu.
Fitz rimase immobile.
Il camino acceso. L’armatura. Una pipa. Libri antichi.
“Signor Moynihan?”, lo richiamò il giudice.
Kieran si voltò verso di lui.
Battaglie. Parole. Promesse.
“Dica ‘Lo giuro’”, lo invitò il giudice con la mano.
Kieran premette la mano su quella copertina fredda ed allargò le dita. “Lo giuro”.




Diletta Nicastro, nata a Roma il 3 novembre 1975, è laureata con lode in Storia della Comunicazione di massa all’Università La Sapienza di Roma con la tesi Gianluca Vialli, un eroe moderno veicolato dai mass media.
E’ giornalista dal 2003 ed ha collaborato con La Gazzetta dello Sport, la rivista specializzata Pallavolo – Supervolley, le agenzie di stampa ASG Media e Inedita e con la Federazione Italiana Pallavolo nell’ufficio stampa di eventi internazionali (Gran Prix, Men’s Champions’ League, Europei Cadette in Estonia, ecc.) per comunicati e traduzioni scritte e in simultanea in inglese.
Appassionata di sport olimpici e di cinema. La nazionale maschile di Volley e James Stewart sono i suoi miti.
Ama leggere, cucinare e viaggiare.
Jane Austen, Lucy Maud Montgomery, Wilkie Collins, Iain Pears e Chieko Hara sono i suoi autori preferiti.
Sogna di trasferirsi nell’isola di Skye in Scozia assieme alla famiglia ed ha un’autentica passione per i guanti.
E’ custode nazionale della parola MOZZAFIATO.
Parla con i M&L-maniacs, come vengono chiamati dai media i suoi lettori,  su Facebook, Twitter e il suo sito ufficiale. 

Premi
2000: Gianluca Vialli, un eroe moderno veicolato dai mass media vince il “Premio di Laurea Stefano Benetton” come miglior tesi sportiva dell’anno.
2010: I segreti di Tallinn – Il quinto incarico vince il “Premio Bastet 2010”, conferito dall’Accademia dei Gatti Magici in collaborazione con il Comune di Fiesole per la diffusione della cultura del gatto nella letteratura.
2012: Dio salvi il Gigante – Il sesto incarico vince il “Booktrailer Online Award – Premio della Critica del Pubblico 2012”.
2013: La vendetta di Sam Campbell, racconto inserito nella raccolta Verso Roma, è tra i finalisti del “Concorso nazionale Citta di Mesagne 2013”.





***BUONA LETTURA***


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