Ma certo! Considerato il tempo che ci ho messo a
rispondere è il minimo!
2-Spiegaci chi
sei, che lavoro fai, cosa ami fare nella tua vita?
Cominciamo dalla più facile: amo scrivere – scontato
vero? Però non è il solo hobby che ho, suonare direi che viene a pari merito; a
volta passa anche in prima posizione, soprattutto quando non riesco a mettere
giù neppure due righe di dialogo o descrizione.
Lavoro per una società che raccoglie e distribuisce
online i volantini, PromoQui – permettetemi un po’ di pubblicità!
Chi sono; domanda complicata. In 5 elementare mi
assegnarono il tema “Descrivi te stesso”. Presi 4. Forse è meglio non approfondire
questa domanda… Limitiamoci a Federico, over trentacinque, con tanta passione
per la scrittura e la lettura – soprattutto fantasy e fantascienza.
3-Dicono che i
colori rivelano il carattere di una persona. Qual è il tuo colore preferito, e
cosa può dirci di te?
O mamma. Non credo di avere una spiccata preferenza
per un colore. È grave? Però qualcosina sul mio carattere posso dirvela
comunque. Poi magari saprete dirmi voi quale sia il mio colore preferito!
Direi che le prime due cose che mi vengono in mente sono: testardo e caparbio. In poche parole ostinato, nel bene e nel male.
Direi che le prime due cose che mi vengono in mente sono: testardo e caparbio. In poche parole ostinato, nel bene e nel male.
4-Tre aggettivi
per descriverti
Ostinato – questa era facile, detta prima; timido;
anche troppo loquace.
5-Come dicono
di te gli altri?
Beh, due cose sono abbastanza ricorrenti: prima di
tutto che tendo a diventare logorroico quando mi si lascia troppa corda, ad
esempio chiedendomi di parlare di scrittura o di musica. In secondo luogo, che
assomiglio al T-Rex del fumetto “Che Vita
da Mecha” (www.thesparker.com / Stefano Conte).
Ah beh, a volte dicono anche cose positive. A
volte.
6-Il giorno più
bello della tua vita?
Deve ancora arrivare. Ma sono fiducioso.
7-Una cosa che
ti rende felice?
Uhm… Quando sarà arrivato il giorno più bello della
mia vita? Vale come risposta? Se devo ripiegare su una seconda scelta direi a
pari merito: suonare e scrivere, sono cose che spesso combino anche fra loro.
8-Tre persone che
stimi?
Beh, ovviamente me stesso (se conoscete il T-Rex vi
sarà tutto più chiaro adesso); poi direi la mia famiglia – forse un po’ melensa
come risposata ma diamo a Cesare quel che è di Cesare; infine Jim Butcher, se
non ci fosse stato lui non avrei mai iniziato a scrivere.
9-Sei mai stato
deluso/a?
Altroché. In varie gradazioni, da lievemente a
mostruosamente. Ma direi che fa parte della vita.
10-Hai
tatuaggi?
Dio me ne scampi! Tatuaggi e risvoltini non rientrano
nella mia personalità.
11-Cos’è per te
la scrittura?
Una valvola di sfogo. Un modo per fuggire dalla
quotidianità e per rilassarsi in un mondo diverso e sconosciuto.
12- A quali
scrittori ti ispiri?
Jim Butcher. E forse mi lascio influenzare anche
troppo da lui.
13-Quando
scrivi di notte o di giorno?
Obiettivamente non ho un momento fisso, appena riesco
a ritagliarmi un po’ di tempo mi metto giù e tento di scrivere qualche riga. Se
sono fortunato qualche pagina. Se riesco a farlo di notte, meglio. Amo scrivere
in quel momento.
14-Ti definisci
una scrittrice impulsiva o riflessiva?
Beh, senza dubbio direi che mi definisco uno
scrittore… A parte le battute idiote, direi che sono senza dubbio molto
impulsivo durante la mia prima stesura. Le cose cambiando quando è ora di
rileggere tutto il testo o di correggerne anche una sola porzione.
15-Scrivi a
mano o al computer?
Computer e in cloud,
almeno in questo modo non rischio di perdere centinaia di pagine di lavoro e
posso mettermi a scrivere ovunque.
16-Quando hai
scritto il tuo primo libro?
Il mio primo tentativo – meglio dimenticarlo – risale
a quando avevo quindici anni, a penna; dopo pochi mesi ci rinunciai e lo
ripresi in mano durante il primo anno universitario. Ancora devo finirlo ma non
credo riuscirò mai a farlo.
17-Da piccola
volevi fare la scrittrice?
Mai passato neanche per l’anticamera del cervello. A
dirla proprio tutta odiavo sia leggere che scrivere.
18-Pensi che la
scrittura possa trasformarsi in un lavoro?
Si, certamente. Non la mia, purtroppo, e il motivo è
duplice. Per prima cosa non mi ritengo uno scrittore fatto e finito, più in potenza che altro. In secondo luogo
ritengo che il mio genere – urban fantasy – sia troppo snobbato in Italia, e
tradurre l’opera in inglese mi presenterebbe più problemi che opportunità.
19-Per scrivere
ti preparo una scaletta? Se si poi la segui?
Assolutamente sì! Anzi è proprio grazie a questa
“trovata” che sono riuscito a portare a termine il mio primo libro. Di solito
arrivavo attorno alle 150/160 pagine di word e mi perdevo; errori di coerenza,
dubbi su perché ero arrivato a quella particolare scena e via dicendo, erano
gli errori più comuni. Con il primo libro ho messo giù una scaletta
approssimativa, solo 8 punti, poi ho iniziato ad approfondire questo metodo; il
secondo volume della saga ha una scaletta composta da 30 punti, quanti i suoi
capitoli, mentre l’ultima che ho preparato – il quinto libro, se mai arriverò a
scriverlo – ne ha 44. E per completare la mia risposta, sì, cerco di seguire
con molta attenzione il riassunto in punti che scrivo; se proprio non riesco e
mi distacco dalla traccia, prima di proseguire cerco di riordinare il senso e
la coerenza di ogni punto sulla base di quanto ho improvvisato.
20-Scrivi in
ordine cronologico?
Di norma sì; al massimo flashback e simili. Le cose
cambieranno nei libri futuri della mia saga, li sono previsti alcuni salti
temporali.
Se è questo ciò che intendevate con la domanda!
21-Hai un luogo
in particolare dove ami scrivere?
Scrivo un po’ ovunque e appena ne ho la possibilità.
Senza dubbio i luoghi tranquilli, durante le ferie, sono il posto più indicato
ma non mi lascio condizionare.
22-Parlaci dei
tuoi libri/libro?
Oh mamma, questa è lunga… Ho iniziato a scrivere
Strane Cases più come esperimento che altro, infatti ero pronto a scommettere
che lo avrei abbandonato. Nel 2012, invece, ho partecipato ad un concorso e a
quel punto ho deciso di provare a finirlo. Ed eccoci qui. “Strade poco battute”
rientra a pieno titolo nel genere urban-fantasy
ed è il primo volume di una saga più lunga, Strane
Cases. Credo sia il punto di arrivo di ogni mio passato tentativo di
scrivere qualcosa e allo stesso tempo quello di partenza dei miei prossimi
lavori. Ho finalizzato un’idea di come lo vorrei scritto e per questo ho
apportato non poche modifiche e correzioni, in primis al mio modo di scrivere.
Spero solo che tutto questo lavoro sia d’aiuto a rendere il secondo volume più
completo e soddisfacente!
Edito con Lettere Animate, a partire da fine 2014.
24-Cosa pensi
dei self?
A dire il vero non sono ancora riuscito a farmi
un’idea precisa in merito. Il problema principale con il self, infatti, è che
si tratta di uno strumento tanto positivo quanto negativo: da una parte concede
a perfetti sconosciuti, come potrei essere io, la possibilità di farsi
conoscere e apprezzare, dall’altra apre la piazza ad una sfilza di “autori” che
si ritengono tali solo per il fatto di aver messo giù un po’ di righe in
qualche cartella word.
25-Cosa pensi
di chi paga per farsi pubblicare?
Su questo sono fortemente contrario. In primis le CE
che chiedono soldi per pubblicare non hanno la mia stima; avrebbe più senso non
retrocede alcuna royalty… I sistemi di self publishing che conosco non
richiedono costi quindi, anche per chi desidera a tutti i costi la
pubblicazione, non capisco per quale ragione un autore dovrebbe accettare di
pagare una qualsiasi somma di denaro.
26-Per
pubblicare con una grande CE serve avere delle conoscenze o ci si può arrivare
solo con le proprie forze?
Onestamente non ne ho idea. Considerando però come
funziona il nostro bel paese ho forti dubbi che cela si possa fare con le
proprie forze. Suppongo funzioni tutto per raccomandazioni e spintarella anche
in questo settore… Forse sono troppo negativo!
27- Ami i
social network? Per un autore sono croce o delizia?
No, non li amo proprio. Li uso e cerco di avere una
certa costanza ma alla fine il risultato è sempre lo stesso, dopo un paio di
settimane che ci ho messo il naso me ne dimentico e le mie pagine restano
abbandonate a sé stesse per uno o due mesi. Poi mi ricordo di averle e
ricomincia il giro.
28- Com’è il
tuo rapporto con i lettori?
A dire il vero non ho rapporti. Mi sento un po’ il ghostwriter di me stesso! Con gli amici
che hanno letto il libro ovviamente la cosa è diversa, ma con i lettori
sconosciuti non ho rapporti. Cerco di ovviare alla cosa parlando con loro nei
miei libri, anche se molte persone mi dicono che rivolgersi al lettore sia una
scelta stilistica infelice. Io comunque me ne frego, il mio personaggio è
testardo quasi quanto me.
29- Una domanda
un po’ peperina, se una grossa casa editrice ti contattasse perché interessata
a pubblicare qualcosa di tuo, ancora inedito, e ti dicesse che però dovresti
stravolgere il tuo lavoro e fare un po’ come vogliono loro per riuscire a
vendere più copie, tu accetteresti?
Domanda che mi sono posto a mia volta anche troppo
spesso. Assolutamente no. Perché? Per il semplice motivo che credo in quello
scrivo, ma non mi credo abbastanza scrittore da volerlo fare a qualsiasi costo.
Se a qualcuno piace quello che ho messo giù e vuole pubblicarlo, bene; in caso
contrario me ne farò una ragione e continuerò a scrivere per diletto.
30- Quali sono
le difficoltà più grandi che hai incontrato (e che stai incontrando) nella
promozione del tuo libro?
Sapere come farla ma soprattutto ricordarmi di farla. Vedi l’esordio di questa
intervista, sarà più di un mese che dovevo finire queste 50 domande!
31- Quanto è
importante secondo te la promozione per il successo di un libro?
Data per assodata l’importanza di un bel po’ di
fortuna, direi che la promozione è senza dubbio vitale per la notorietà della
propria opera e in generale del proprio nome in quanto autore. Non è semplice
stare dietro a tutti gli aspetti che contribuiscono a farsi pubblicità e spesso
non si hanno proprio i mezzi e le competenze per farlo al 100%. Per questa
ragione credo che la cosa migliore da fare sia quella di osservare i propri
colleghi e cercare di capire in cosa sia povera la propria attività
promozionale. E poi sarà necessario armarsi di tanta, tanta pazienza.
32-Cosa
consigli ad una persona che si affaccia nel mondo della scrittura?
Per prima cosa di fermarsi un attimo e cercare di
capire per quale motivo abbia deciso di affacciarsi su questo mondo. Se la
motivazione è che un giorno si è svegliata/o e ha deciso di scrivere perché
altri conoscenti lo facevano, allora è meglio che si fermi subito. Partiamo dal
presupposto che uno scrittore alle prime armi facilmente non avrà la penna dei
grandi autori passati o contemporanei – ritengo si possa migliorare con tanto,
tanto esercizio, e con tanta, tanta lettura – ma almeno deve avere ben in testa
ciò che vuole raccontare. Il desiderio di scrivere a mio giudizio deve nascere
per prima cosa dal desiderio di raccontare qualcosa. Sembra banale come
affermazione? Non penso, ci sono molte persone che partono da questa decisione:
io voglio scrivere un libro. Bene; nonostante io sia solo uno scrittore
emergente e alle primissime armi, mi sento di dire con forza che questo è il
peggior punto di partenza da cui iniziare.
33-Cosa o chi
ha ispirato la storia che hai scritto?
Un’idea ricorrente che ho da tantissimi anni e che ho
più volte cercato di elaborare in svariate forme, da libri a testi di canzoni e
altro.
34- I
personaggi sono reali o inventati?
I personaggi sono tutti inventati ma ognuno, o quasi,
parte da una solida base autobiografica; ci trovate me, i miei amici, i parenti
e persino alcune persone di cui non ho un buon ricordo.
Queste ovviamente hanno il ruolo di antagonista.
35-Chi ti ha
sostenuto in quest’avventura?
Ho una lunga lista di persone da ringraziare. Parte da
un’amica che mi ha spronato a iniziare il libro e finisce, per ora, con
un’altra che invece ha avuto la pazienza di leggere tutta l’opera e darmi
consigli molto accurati e profondi. In mezzo ci sono tutti gli amici che hanno
fatto la stessa cosa e ovviamente la mia famiglia che a sua volta non si è
tirata in dietro da riletture varie. Credo proprio di aver avuto almeno cinque o
sei teste diverse su cui fare affidamento per le correzioni!
36--Ultimo
libro letto?
Changes da The Dresden Files di Jim Butcher; per la
terza volta, ogni anno rileggo tutta la saga.
37-Che genere
leggi?
Fantasy di ogni genere, ma in particolare urban che
adoro e scrivo. Fantascienza, anche in questo caso di ogni genere. Stop. Non
amo altro per il semplice fatto che per me la lettura deve essere una via di
fuga dalla routine e dalla realtà. Se non c’è qualcosa di fantasioso e irreale
non inizio neanche la lettura.
38-Da cosa
scegli un nuovo romanzo da leggere, non so copertina, trama, autore ecc.?
Autore solo se già lo conosco ovviamente; altrimenti
un misto fra genere e trama (spesso vado a spulciare internet alla ricerca di
blurp, sinossi o recensioni).
39-A quale
autori non sai rinunciare?
Parliamo di nomi o di generi? Beh, con una risposta
risolvo da solo il dubbio: Jim Butcher, è stato un vero fulmine a ciel sereno. Grazie
a lui ho scoperto un diverso modo di scrivere e mi sono calato in un mondo che
ho sempre amato, ma mai trovato prima nella letteratura – sarebbe ancora così
se non leggessi in inglese.
40- Di cosa hai
paura?
Di nulla! Ok, di tante cose. Una su tutte forse di
raggiungere un momento determinato della mia vita e scoprire di aver intrapreso
la strada sbagliata…
41-Dove
vorresti vivere?
Canada, nella costa occidentale; forse nell’isola di
Vancouver. E poi ovviamente a Belport, facendo Strane di cognome.
42-Hai altri
hobby oltre la scrittura?
Musica. Suono in una band metal e compongo. Diciamo
che la vena creativa non si abbandona neanche lì.
43-Qual è il
tuo sogno più grande?
Fare lo scrittore professionista e il musicista! Ed è
proprio un sogno perché so quanto sia irreale!
44-Ti piacciono
gli animali?
Si! Gatti e cani. Avevo un Golden che purtroppo è
mancato, la mia cana Nanà. Anche Fred Strane ha un grande amore per gli
animali, tano che vive in un appartamento con un husky e una grossa lince
iberica!
45-Credi nella
magia e nel paranormale?
Ok. Da una parte vorrei dire di sì, dall’altra mi
sento un po’ ridicolo… Comunque, vorrei crederci!
46-Come ti
immagini tra vent'anni?
Preferisco vivere di giorno in giorno, pianificando
massimo da qui ad un anno. Quindi non ne ho idea!!! Spero sposato, con figli,
scrittore e magari anche musicista…
47-Libro
preferito ed autore preferito? Perchè?
Devo proprio rispondere? Potrei sembrare un disco
rotto… Va beh… La saga The Dresden Files
di Jim Butcher, forse Cold Days come
libro specifico. La scelta dell’autore ricade su di lui perché trovo abbia uno
stile unico, appassionante e divertente al contempo; la scelta della saga
perché comprende tutto quello che amo del genere fantasy, in particolare dell’urban; la scelta del libro probabilmente
perché è il primo dove finalmente si cominciano a tirare i fili della metaplot centrale a tutta la saga.
48-A che età ha
iniziato a leggere? E con quale libro?
La Cronache di
Dragonlance, I Draghi del
Crepuscolo d’Autunno. Era edito dalla Mondadori, quindi inizio anni ’90;
avrò avuto dodici o tredici anni credo. Comunque all’epoca se leggevo una
decina di libri all’anno era tanto…
49-Progetti per
il futuro? Un nuovo libro nel cassetto?
Certo! Un’intera saga da completare. Al momento ho
quasi finito il secondo – quindi preparatevi a vederlo prima o poi in giro su
internet! Poi senza dar tempo al mio cervello di accomodarsi in poltrona
inizierò subito il terzo.
50-Che
consiglio daresti agli autori che stanno leggendo questa intervista?
Non mollate mai. Non date adito a chi vi critica per
offendere e senza basi costruttive. Non ascoltate chi vi dice “perché mai
dovresti farcela proprio tu?”. Andate avanti per la vostra strada e continuate
a scrivere ogni piccolo momento libero della giornata.
Grazie a Federico per l'intervista!
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