1-Grazie per aver accettato l’intervista. Possiamo darti
del tu?
Certamente, grazie a voi per l’invito.
2-Spiegaci chi sei, che lavoro fai, cosa ami fare nella tua vita?
2-Spiegaci chi sei, che lavoro fai, cosa ami fare nella tua vita?
Non è semplice. Diciamo che cerco un equilibrio tra la
costante voglia di sognare e la realtà e, in questo, scrivere mi aiuta. Lavoro
in un laboratorio artigianale di biancheria per la casa, il che significa
sostanzialmente che cucio lenzuola tutto il giorno, inventandomi storie. Amo
ballare, leggere, camminare all’aria aperta, guardare il cielo, arrampicarmi
sugli alberi, salire sui tetti –ma è un po’ che non lo faccio – cucinare,
sognare, il cinema di fantascienza e le serie tv.
3-Dicono che i colori rivelano il carattere di una
persona. Qual è il tuo colore preferito, e cosa può dirci di te?
Istintivamente direi il nero, il colore del cielo di notte.
Perché è nell’assenza di colore che si vede tutto il resto: le stelle, le luci
della città, gli aerei che passano. Come uno spazio in cui esiste tutto il
resto. Il buio, piuttosto che la luce, l’ombra in cui può nascondersi ogni
cosa. Mi piace osservare e da lì inventare storie.
4-Tre aggettivi per descriverti.
Fragile, forte, complicata.
5-Come dicono di te gli altri?
Quelli che non mi conoscono dicono bene, quelli che mi
conoscono anche ma sanno di mentire.
6-Il giorno più bello della tua vita?
Avevo quattordici anni meno due mesi. Sono andata a cena con
mio padre in pizzeria, a Moncalieri, in terrazza. C’era una brezza estiva,
tiepida, che mi scompigliava i capelli – allora lunghi fino alle spalle e
biondi – e il cielo diventava scuro lentamente. È stato il momento in cui ho
deciso che volevo fare la ballerina, che volevo concedermi di sognare. Un
istante in cui mi sono sentita viva e piena di possibilità.
7-Una cosa che ti rende felice?
Stare sola, in silenzio, a guardare fuori.
8-Tre persone che stimi?
Mia madre, che mi ha cresciuta tra sforzi e disastri; mia
nonna materna, che mi ha insegnato ad amare le storie; il mio maestro di danza
jazz, Tony L. Lardge, che ancora oggi crede in me e ci ha creduto per trent’anni…
9-Sei mai stato deluso/a?
Col tempo capita sempre meno di frequente: meno aspettative,
più saggezza, meno sorprese.
10-Hai tatuaggi?
Il contorno di un cuore in nero, all’interno del tallone
sinistro – mia madre diceva sempre «ce l’hai in un piede»,
per non dire altro – fatto in un momento difficile.
Una P chiusa in una cornice di trentadue perle, con un
cuoricino rosso come pendente, fatto nel momento in cui ho scoperto me stessa –
molto di recente.
L’eye liner, fatto per pigrizia: non mi trucco da dieci
anni, se non in casi eccezionali.
Non escludo che prossimamente ne arrivi un altro.
11-Cos’è per te la scrittura?
Esprimere quello che sento, quello che vedo, in un modo che
mi è congeniale. Ma lo è anche la pittura, lo è il disegno e lo sono stati la
danza e il canto. Più complicati,comunque.
È il modo con cui ho iniziato, da bambina, e a cui sono
tornata da adulta. Però dipingo ancora.
12- A quali scrittori ti ispiri?
A nessuno. Sono una lettrice onnivora, soprattutto di
romanzi. Ho autori preferiti, come King, ma non ho mai pensato a lui come
ispirazione. Credo più nell’opera singola che mi tocca e mi stravolge la vita,
non in un autore specifico. Tra tutti, per esempio, la Fitch e Lindqvist.
13-Quando scrivi di notte o di giorno?
Per forza di cose, lavorando, scrivo di notte. O nei fine
settimana. Negli altri momenti al massimo butto giù qualche aforisma o poesia.
14-Ti definisci una scrittrice impulsiva o riflessiva?
Impulsiva. Quando inizio a scrivere parto da immagini,
sensazioni, musica. Non studio mai una trama, non prendo appunti e non faccio
schemi. Il più delle volte viene tutto da sé. Se non succede lascio perdere
finché quella storia non torna “viva”.
15-Scrivi a mano o al computer?
Racconti e romanzi al computer – il primo, che è stato
scritto a macchina con una vecchia Olivetti, è ancora lì da trascrivere e
revisionare – non potrei fare diversamente. Le poesie, invece, le scrivo ovunque
– fazzoletti di carta, post-it, scontrini – e a mano. Poi le riprendo e le
raccolgo in un file unico.
16-Quando hai scritto il tuo primo libro?
Il primo romanzo l’ho iniziato a sedici anni, l’idea c’è ma
il romanzo è da riscrivere. Il romanzo che ho pubblicato, in realtà è il terzo
che ho scritto e mentre lo scrivevo ne avevo già un altro a metà stesura. Dite
che si è capito che non sono mai concentrata su una cosa sola?
17-Da piccola volevi fare la scrittrice?
No, da piccola volevo fare la strega. Poi l’archeologa,
l’anatomopatologa, la biologa marina, ma principalmente la strega.
18-Pensi che la scrittura possa trasformarsi in un
lavoro?
Forse se fosse un lavoro dovrei sottostare a troppe regole,
e io detesto le regole. A me interessa
raccontare quello che voglio nel modo in cui penso venga meglio. Mi accontento
di fare ciò che mi piace.
19-Per scrivere ti preparo una scaletta? Se si poi la
segui?
Siccome detesto le regole, non accetto nemmeno quelle auto
imposte. Quindi se scrivo una scaletta o non la rispetto o smetto direttamente
di lavorare al progetto. Qualcuno dice che sia utile, io non sono capace.
20-Scrivi in ordine cronologico?
Dipende da cosa scrivo. Ogni storia per me ha sia un suo
genere – o misto di generi – sia un modo di essere affrontata. Il bello del
computer è anche quello di poter sistemare in corso d’opera se vedo che non
funziona.
21-Hai un luogo in particolare dove ami scrivere?
Ultimamente scrivo al portatile, sul divano oppure sul
tavolo in cucina. Prima alla scrivania, nello studio, quando ne avevo uno. Ma
non fa molta differenza, una volta che le dita partono.
22-Parlaci dei tuoi libri/libro?
Il primo libro pubblicato è una raccolta di poesie: “Parole
d’amore insano”. Una bella soddisfazione, che mi ha dato la spinta a mandare in
giro anche lavori differenti. Poi ho pubblicato “Gli attimi in cui Dio è
musica”, un romanzo a metà tra il memoir e il romanzo di formazione, di cui è
uscito anche uno spin-off gratuito: “Vittorio”. Si sono aggiunti due racconti
subito dopo: “La caccia”, un erotico/vampirico, e “L’altra donna”, un noir
psicologico. Sto per pubblicare altri due romanzi e un racconto. Sono tutte
storie differenti, in cui forse il filo comune è che parlano di cambiamenti e
di sentimenti. Anche dove ci sono morti e spargimenti di sangue.
23-Il tuo libro/libri sono auto pubblicati o editi?
Tutti editi, prima con Liberodiscrivere e dopo con Lettere
Animate. Ci sono state altre proposte ma non le ho accettate.
24-Cosa pensi dei self?
Preferisco pubblicare con un editore e fare tutta la trafila
per bene, anche se ci vogliono anni, a volte. Anche se non si guadagna molto,
anche se spesso ci si deve comunque promuovere da soli.
25-Cosa pensi di
chi paga per farsi pubblicare?
Ognuno è libero di fare come meglio crede. Di solito tu
scrivi e l’editore ti paga. Se non è così, c’è qualcosa di strano.
26-Per pubblicare con una grande CE serve avere delle
conoscenze o ci si può arrivare solo con le proprie forze?
Forse un agente… o concorsi e tornei non a pagamento.
27- Ami i social network? Per un autore sono croce o
delizia?
Li uso più come persona che come autrice. Preferisco
Facebook anche se mi trovo sommersa dallo spam. L’unica cosa è che non si
possono non usare, quindi a volte è un po’ pesante dover essere dappertutto con
decine di account e condivisioni da fare ovunque.
28- Com’è il tuo rapporto con i lettori?
Tendo ad avere buoni rapporti con tutti, anche con quelli
che mi telefonano per espormi critiche o perplessità. Forse, anzi, vorrei
interagire di più.
29- Una domanda un po’ peperina, se una grossa casa
editrice ti contattasse perché interessata a pubblicare qualcosa di tuo, ancora
inedito, e ti dicesse che però dovresti stravolgere il tuo lavoro e fare un po’
come vogliono loro per riuscire a vendere più copie, tu accetteresti?
Se migliorasse anche la qualità e il contenuto rimanesse lo
stesso, sì.
30- Quali sono le difficoltà più grandi che hai
incontrato (e che stai incontrando) nella promozione del tuo libro?
In realtà sono molto pigra e mi promuovo poco. Non ho
contattato blog o giornali, o webzines per avere recensioni; a meno che non mi
arrivi, come in questo caso, la proposta di qualcuno a cui interessa sapere di
me o dei miei lavori tendo a non agitarmi troppo.
31- Quanto è importante secondo te la promozione per il
successo di un libro?
Visibilità negli stores – o arrivandoci, nelle librerie – e
promozione sono importantissime. Ma non credo nella auto promozione. Mi sembra
sempre di dire «Ehi! Guarda qua! Come sono brava, ho scritto un libro.
Vuoi leggerlo? Davvero non vuoi leggerlo? No,ma dai, leggilo!».
Io sono anche altro. Mi piace che le persone che ho intorno mi leggano se ne
hanno voglia e non per sfinimento.
32-Cosa consigli ad una persona che si affaccia nel mondo
della scrittura?
Leggere; scrivere tanto, qualsiasi cosa e sempre; tanta
umiltà; rileggere; tanta umiltà; leggere ancora e scrivere ancora. Non
necessariamente pubblicare. Quello viene dopo.
33-Cosa o chi ha ispirato la storia che hai scritto?
La vita. Basta guardarsi attorno e si trovano storie,
personaggi, scorci, colori e odori. Poi si possono trasportare ovunque, anche
su un’astronave. A volte i sogni, altre volte la musica. Le storie sono
dappertutto.
Dentro a qualsiasi personaggio inventato c’è una punta di
vero. Ho conosciuto tanta gente interessante, tante storie e tante emozioni,
non posso dire di non averli interiorizzati e trasformati chi in un personaggio
e chi in un altro.
35-Chi ti ha sostenuto in quest’avventura?
Un po’ tutti. Famiglia, amici, semplici contatti di
Facebook…
36--Ultimo libro letto?
Darkside, di Alessandra Gaggioli, ed. Amarganta
37-Che genere leggi?
Dalle scatole dei cereali a Dylan Dog, leggo di tutto. Non
amo gli storici, soprattutto se trattano di Seconda Guerra Mondiale, ma ne ho
letti comunque.
38-Da cosa scegli un nuovo romanzo da leggere, non so
copertina, trama, autore ecc.?
Trama, autore, copertina. In quest’ordine.
39-A quale autori non sai rinunciare?
In realtà a nessuno. Un tempo non esitavo a comprare ogni
libro di King, ora se la trama non mi prende lascio perdere. Mi piace molto
George R.R. Martin e vorrei finire la saga di “A song of ice and fire”, se mai
la scriverà.
40- Di cosa hai paura?
Di stancarmi di amare.
41-Dove vorresti vivere?
Tra il mare e la collina. Con le persone che amo.
42-Hai altri hobby oltre la scrittura?
Pittura, pole dance, cucina, vita.
43-Qual è il tuo sogno più grande?
Vivere felice.
44-Ti piacciono gli animali?
Tranne gli insetti, con cui ho imparato a convivere, mi
piacciono molto.
45-Credi nella magia e nel paranormale?
In un certo senso sì. Poi bisogna vedere cosa, come e
quando.
46-Come ti immagini tra vent'anni?
47-Libro preferito ed autore preferito? Perchè?
Stephen King, il quarto volume della serie della “Torre
Nera”: “La sfera del buio”. Lì dentro c’è tutto. La vita, la morte, l’amore,
gli uomini, la natura, il soprannaturale, il dolore e la rabbia.
48-A che età ha iniziato a leggere? E con quale libro?
Alle elementari, nove anni, ho iniziato con “Guerre
Stellari” e proseguito con Asimov.
49-Progetti per il futuro?Un nuovo libro nel cassetto?
Ho talmente tanti progetti che dovrò scrivere per vent’anni
sul serio. Per ora vorrei trovare un editore per il quinto romanzo, un
fantahorror di oltre trecento pagine, e finire il sesto. Poi dovrei riscrivere
il romanzo con cui ero arrivata tra i trecento semifinalisti al Torneo
IoScrittore qualche anno fa. Non mi piace come ho dovuto ridurlo per rientrare
nei limiti del regolamento, non è più lui e si merita di più.
50-Che consiglio daresti agli autori che stanno leggendo
questa intervista?
Di non mollare, se è proprio questo che vogliono. Ma di
farlo bene e sempre meglio.
Grazie a Paola per l'intervista!
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