1-Grazie per aver accettato l’intervista. Possiamo darti
del tu?
Certamente.
2-Spiegaci chi sei, che lavoro fai, cosa ami fare nella
tua vita?
Sono Matteo Tripepi,
ho quasi trent’anni e vivo a Melzo, in provincia di Milano. Lavoro come Project Manager in un’agenzia di marketing ideando e
progettando gadget e articoli promozionali. Amo giocare a
basket, andare in bicicletta, guardare
serie tv e ovviamente leggere.
3-Dicono che i colori rivelano il carattere di una
persona. Qual è il tuo colore preferito, e cosa può dirci di te?
Il verde. Se tutto
intorno fosse più verde che bianco e nero vivremmo in un mondo migliore. Esiste qualcosa di più rilassante che stare sdraiati in un
prato con attorno il nulla?
4-Tre aggettivi per descriverti
Riflessivo, troppo riflessivo,
altruista.
5-Cosa dicono di te gli altri?
Dovremmo chiederlo
agli altri… Ognuno ha una sua diversa opinione.
Non ho un “giorno più
bello”. Ma ogni volta che vedi realizzato qualcosa creato da te stesso è sempre un’emozione speciale.
7-Una cosa che ti rende felice?
Vedere le persone che
aiutano gli altri nei momenti di difficoltà e rendersi conto che esiste ancora
tanta gente buona in questo mondo.
8-Tre persone che stimi?
Mi limito a tre ma
sarebbero molte d più: mio nonno Pino che con enormi sacrifici si è costruito
da solo studiando e lavorando giorno e notte, i
miei genitori e mio fratello, ognuno per una cosa diversa, ma importante.
9-Sei mai stato deluso/a?
Esiste qualcuno che
non lo sia stato?
10-Hai tatuaggi?
Si. Una stella con un
verso degli Alter Bridge sull’avambraccio sinistro e un Vegvisir islandese sul polpaccio destro.
11-Cos’è per te la scrittura?
Un piacere, un modo
di esprimersi e di riportare in parole il mondo interiore reale e fantasioso.
12- A quali scrittori ti ispiri?
Murakami, Mankell e
Fitzek su tutti direi.
13-Quando scrivi di notte o di giorno?
Quando mi sento
ispirato. Se si programma di mettersi a scrivere in un determinato momento
diventa un lavoro, non un piacere.
14-Ti definisci uno scrittore impulsivo o riflessivo?
Un impulsivo che poi
riflette su ciò che ha scritto e ci trova mille errori.
15-Scrivi a mano o al computer?
Romanzi e racconti
per forza di cose a computer. Liriche e poesie capita spesso di scriverle anche
a mano.
16-Quando hai scritto il tuo primo libro?
Imperfetti è il mio
primo libro, esce in questi giorni ma l’ho finito di scrivere circa due anni
fa.
17-Da piccolo volevi fare lo scrittore?
No, volevo fare il
Presidente degli Stati Uniti. Forse un po’ troppo ambizioso.
18-Pensi che la scrittura possa trasformarsi in un
lavoro?
Penso sia molto
difficile. Mi piacerebbe, ma sono conscio che la strada è molto dura.
19-Per scrivere ti preparo una scaletta? Se si poi la
segui?
No, nessuna scaletta.
Scrivo d’impulso e poi faccio la scaletta per ricontrollare. Penso che scrivere
in questo modo renda ciò che racconti più
veritiero e meno infarcito di inutili “barocchismi”.
20-Scrivi in ordine cronologico?
Sì, penso sia
necessario, soprattutto in un romanzo. Magari mentre scrivo mi vengono idee
anche per capitoli successivi, me le appunto, ma
proseguo sempre in ordine cronologico.
21-Hai un luogo in particolare dove ami scrivere?
No, scrivo dovunque
sia quando mi viene l’idea di scrivere qualcosa.
22-Parlaci dei tuoi libri/libro?
Imperfetti è un
romanzo giallo sicuramente originale, perché non si limita alla classica
singola storia di omicidio e ricerca dell’assassino. La struttura si sviluppa con
una lirica prima di ogni coppia di capitoli e due storie parallele che in
qualche modo dovrebbero toccarsi ma non si riesce a capire in che modo. La
prima storia racconta le indagini del commissario Hoffman sull’omicidio di due
ragazzi, mentre la seconda parla della vita di Jeff Kavrak, che si sveglia insanguinato
su una collina senza ricordarsi ciò che ha fatto i giorni precedenti. Mi
piacerebbe che la gente lo vivesse non come un semplice romanzo giallo, ma che
lo provi ad interpretare secondo una propria visione del mondo.
23-Il tuo libro/libri sono auto pubblicati o editi?
Sono editi per la
Giovane Holden di Viareggio.
24-Cosa pensi dei self?
Non ci trovo nulla di
male. Ognuno è giusto che abbia la possibilità di pubblicare come meglio crede.
E pubblicare al giorno d’oggi con un editore è veramente difficile. Nella
musica molti gruppi che hanno iniziato autoproducendo i propri album sono poi
stati scritturati da varie etichette. Spero che nel mondo dei libri possa
succedere una cosa simile. E comunque parto dal concetto che se un libro è
autoprodotto non significa che sia una ciofeca.
25-Cosa pensi di
chi paga per farsi pubblicare?
Qui farei delle
distinzioni. Ci sono passato anch’io nella ricerca di un editore e mi è
capitato che mi chiedessero una cifra assurda senza alcun servizio aggiuntivo;
questo è senza dubbio un metodo che non mi piace e propenderei al fronte di
offerte simile per auto pubblicare il libro. Ci sono invece altre realtà che
magari chiedono una piccola somma o l’acquisto di una esigua parte di copie
rispetto alle copie stampate e ti forniscono dei buonissimi servizi. Questo
penso sia un buonissimo metodo di cooperazione tra casa editrice e giovane
autore o autore emergente. Purtroppo non dobbiamo nasconderci, case editrici
famose pubblicano molto molto difficilmente un nuovo autore se prima non hanno
dei riscontri, mentre piccole case editrici che pubblicano non a pagamento
stampano una tiratura di copie molto limitata.
Una cooperazione del genere tra piccoli editori indipendenti e autori mi
pare la migliore cosa possibile.
26-Per pubblicare con una grande CE serve avere delle
conoscenze o ci si può arrivare solo con le proprie forze?
Le conoscenze sono
sempre importanti, ahimè mi viene da dire, ma penso ce la si possa fare anche
con le proprie forze se si crede nelle capacità
e se ci si sforza a far conoscere e a portare in giro ciò che hai scritto. Ovviamente poi bisogna anche scrivere bene,
altrimenti crederci non serve a nulla.
27- Ami i social network? Per un autore sono croce o
delizia?
Non li amo, ma li
seguo e sono presente su Facebook. Penso che in ogni caso per farsi conoscere
siano uno strumento imprescindibile.
28- Com’è il tuo rapporto con i lettori?
A questa domanda non
posso ancora rispondere coerentemente. Finora ho avuto dei buoni apprezzamenti su racconti e poesie in alcuni premi
nazionali, ma riguardo il romanzo in uscita vedremo. In
ogni caso coi lettori non penso ci saranno grandi problemi, mi piacerebbe un
rapporto libero e diretto.
29- Una domanda un po’ peperina, se una grossa casa
editrice ti contattasse perché interessata a pubblicare qualcosa di tuo, ancora
inedito, e ti dicesse che però dovresti stravolgere il tuo lavoro e fare un po’
come vogliono loro per riuscire a vendere più copie, tu accetteresti?
Sembra una risposta
falsa, ma è così. No.
30- Quali sono le difficoltà più grandi che hai
incontrato (e che stai incontrando) nella promozione del tuo libro?
Devo ammettere che
finora non ho trovato grossi problemi. Tutta la gente con cui mi sono
confrontato mi è sembrata molto disponibile e
appassionata. Senza ombra di dubbio però quando parti da zero e pubblichi con una casa indipendente il grosso scoglio
è provare a fare arrivare a più persone possibile la notizia
che il libro è uscito per invogliarli a comprarlo e a giudicarlo.
31- Quanto è importante secondo te la promozione per il
successo di un libro?
Il successo lo hai se
il libro è scritto bene e piace, ma per avere dei giudizi bisogna indurre gente
a conoscere e comprare il libro. Quindi la
promozione in questo senso è sicuramente importante.
32-Cosa consigli ad una persona che si affaccia nel mondo
della scrittura?
Di scrivere con la
propria testa e le proprie idee senza tentare di copiare stili altrui, anche a
costo di sbagliare.
33-Cosa o chi ha ispirato la storia che hai scritto?
Io sono una spugna.
Noto e faccio mio tutto. La storia non è ispirata da un evento in particolare
ma da un grande insieme di elementi e di eventi
che sono successi assemblati da un grande pizzico di fantasia.
34- I personaggi sono reali o inventati?
I personaggi sono inventati,
non potrebbe essere diversamente in un romanzo del genere. Però qua e là hanno caratteristiche di persone reali.
35-Chi ti ha sostenuto in quest’avventura?
Tante persone. Anzi
ne approfitto per ringraziarle: Elena
Basso per l’editing, Camilla Colombo per la copertina,
Orfeo e Whites per aver musicato e cantato le mie liriche, Riccardo Vicardi per
aver recitato alcuni parti del libro, Art for Art’s
sake (Giulia Verde e Eugenia Buarnè) e Berenice art per le illustrazione che accompagneranno Imperfetti nella promozione del
libro.
36--Ultimo libro letto?
Passeggeri notturni
di Gianrico Carofiglio.
37-Che genere leggi?
Direi principalmente
gialli nordici, psicologici o classici.
38-Da cosa scegli un nuovo romanzo da leggere, non so
copertina, trama, autore ecc.?
Se esce un nuovo
libro dei miei autori preferiti è ovvio che non me lo lascio scappare. Per il
resto preferisco farmi guidare dall’istinto, mi prendo mezzoretta per andare in
libreria a spulciare titoli e trame ed esco con un po’ di libri che mi hanno
suscitato curiosità e interesse.
39-A quale autori non sai rinunciare?
Kundera (anche se di
lui mi piacciono i libri meno conosciuti) e Fitzek su tutti.
40- Di cosa hai paura?
Di non riuscire a
seguire ciò che mi rende felice.
41-Dove vorresti vivere?
Ogni giorno in un
posto diverso, soprattutto nel nord del mondo, ma alla fine rimango sempre qui.
42-Hai altri hobby oltre la scrittura?
Certo! Basket,
bicicletta, serie tv, musica, cantautorato, fare puzzle e cucinare (sempre se
si può considerare hobby).
43-Qual è il tuo sogno più grande?
Il contrario della
mia grande paura. Riuscire a seguire ciò che mi rende felice.
44-Ti piacciono gli animali?
Amo particolarmente
animali un po’ strani come i camaleonti e le iguane. Poi penso di essere uno
dei pochi a cui piacciono gli insetti, soprattutto le formiche, mi piace molto
la sensazione che si crea quando ti sdrai in un prato e cominciano a camminarti
su braccia e gambe.
45-Credi nella magia e nel paranormale?
Nella magia no. Sul
paranormale potrei parlare per dieci pagine, chissà, magari ci scriverò
qualcosa. Io penso che non esista il paranormale semplicemente perché qualsiasi
cosa, se si manifesta, esiste.
46-Come ti immagini tra vent'anni?
Pensiamo al mese prossimo
che è meglio.
47-Libro preferito ed autore preferito? Perchè?
L’ignoranza di Milan
Kundera. Mi è sempre piaciuta la letteratura più nascosta dell’Est Europa e ho
trovato in questo libro un grande esempio di rapporto di nostalgia/odio verso
la propria terra natia. Inoltre Kundera è bravissimo a descrivere il tema del
viaggio paragonando il viaggio dell’esule all’Odissea nei mari di Ulisse
rileggendola in una chiave nuova e diversa : “Eppure tutti esaltano il
dolore di Penelope e irridono le lacrime di Calipso”
48-A che età ha iniziato a leggere? E con quale libro?
Il primo ricordo che
ho è la seconda elementare, l’armadio pieno di libri donati alla scuola e la
maestra che ce ne fa scegliere uno da leggere. Si chiamava “La macchina senza
benzina”, me lo ricordo ancora.
49-Progetti per il futuro?Un nuovo libro nel cassetto?
Assolutamente sì,
dopo un periodo di pausa in cui ho scritto più che altro racconti e liriche,
sto scrivendo il secondo romanzo giallo.
50-Che consiglio daresti agli autori che stanno leggendo
questa intervista?
Di provarci. Sono
stati mesi e mesi con il libro chiuso nel cassetto fino a quando ho detto: ma
perché no? Mi sembra valido, ci credo, mi racchiude, cosa devo temere. E alla
fine eccoci qua con il libro in mano e pieno di grandi soddisfazioni.
Grazie a Matteo per l'intervista!