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mercoledì 30 novembre 2016

Matteo Tripepi [INTERVISTA: 50 SFUMATURE D'AUTORE]




1-Grazie per aver accettato l’intervista. Possiamo darti del tu?
Certamente.
2-Spiegaci chi sei, che lavoro fai, cosa ami fare nella tua vita?
Sono Matteo Tripepi, ho quasi trent’anni e vivo a Melzo, in provincia di Milano. Lavoro come Project Manager in un’agenzia di marketing ideando e progettando gadget e articoli promozionali.  Amo giocare a basket, andare in bicicletta,  guardare serie tv e ovviamente leggere.
3-Dicono che i colori rivelano il carattere di una persona. Qual è il tuo colore preferito, e cosa può dirci di te?
Il verde. Se tutto intorno fosse più verde che bianco e nero vivremmo in un mondo migliore. Esiste qualcosa di più rilassante che stare sdraiati in un prato con attorno il nulla?
4-Tre aggettivi per descriverti
Riflessivo, troppo riflessivo, altruista.
5-Cosa dicono di te gli altri?
Dovremmo chiederlo agli altri… Ognuno ha una sua diversa opinione.
6-Il giorno più bello della tua vita?
Non ho un “giorno più bello”. Ma ogni volta che vedi realizzato qualcosa creato da te stesso è sempre un’emozione speciale.
7-Una cosa che ti rende felice?
Vedere le persone che aiutano gli altri nei momenti di difficoltà e rendersi conto che esiste ancora tanta gente buona in questo mondo.
8-Tre persone che stimi?
Mi limito a tre ma sarebbero molte d più: mio nonno Pino che con enormi sacrifici si è costruito da solo studiando e lavorando giorno e notte, i miei genitori e mio fratello, ognuno per una cosa diversa, ma importante.
9-Sei mai stato deluso/a?
Esiste qualcuno che non lo sia stato?
10-Hai tatuaggi?
Si. Una stella con un verso degli Alter Bridge sull’avambraccio sinistro e un Vegvisir islandese sul polpaccio destro.
11-Cos’è per te la  scrittura?
Un piacere, un modo di esprimersi e di riportare in parole il mondo interiore reale e fantasioso.
12- A quali scrittori ti ispiri?
Murakami, Mankell e Fitzek su tutti direi.
13-Quando scrivi di notte o di giorno?
Quando mi sento ispirato. Se si programma di mettersi a scrivere in un determinato momento diventa un lavoro, non un piacere.
14-Ti definisci uno scrittore impulsivo o riflessivo?
Un impulsivo che poi riflette su ciò che ha scritto e ci trova mille errori.
15-Scrivi a mano o al computer?
Romanzi e racconti per forza di cose a computer. Liriche e poesie capita spesso di scriverle anche a mano.
16-Quando hai scritto il tuo primo libro?
Imperfetti è il mio primo libro, esce in questi giorni ma l’ho finito di scrivere circa due anni fa.
17-Da piccolo volevi fare lo scrittore?
No, volevo fare il Presidente degli Stati Uniti. Forse un po’ troppo ambizioso.
18-Pensi che la scrittura possa trasformarsi in un lavoro?
Penso sia molto difficile. Mi piacerebbe, ma sono conscio che la strada è molto dura.
19-Per scrivere ti preparo una scaletta? Se si poi la segui?
No, nessuna scaletta. Scrivo d’impulso e poi faccio la scaletta per ricontrollare. Penso che scrivere in questo modo renda ciò che racconti più veritiero e meno infarcito di inutili “barocchismi”.
20-Scrivi in ordine cronologico?
Sì, penso sia necessario, soprattutto in un romanzo. Magari mentre scrivo mi vengono idee anche per capitoli successivi, me le appunto, ma proseguo sempre in ordine cronologico.
21-Hai un luogo in particolare dove ami scrivere?
No, scrivo dovunque sia quando mi viene l’idea di scrivere qualcosa.
22-Parlaci dei tuoi libri/libro?
Imperfetti è un romanzo giallo sicuramente originale, perché non si limita alla classica singola storia di omicidio e ricerca dell’assassino. La struttura si sviluppa con una lirica prima di ogni coppia di capitoli e due storie parallele che in qualche modo dovrebbero toccarsi ma non si riesce a capire in che modo. La prima storia racconta le indagini del commissario Hoffman sull’omicidio di due ragazzi, mentre la seconda parla della vita di Jeff Kavrak, che si sveglia insanguinato su una collina senza ricordarsi ciò che ha fatto i giorni precedenti. Mi piacerebbe che la gente lo vivesse non come un semplice romanzo giallo, ma che lo provi ad interpretare secondo una propria visione del mondo.
23-Il tuo libro/libri sono auto pubblicati o editi?
Sono editi per la Giovane Holden di Viareggio.
24-Cosa pensi dei self?
Non ci trovo nulla di male. Ognuno è giusto che abbia la possibilità di pubblicare come meglio crede. E pubblicare al giorno d’oggi con un editore è veramente difficile. Nella musica molti gruppi che hanno iniziato autoproducendo i propri album sono poi stati scritturati da varie etichette. Spero che nel mondo dei libri possa succedere una cosa simile. E comunque parto dal concetto che se un libro è autoprodotto non significa che sia una ciofeca.
25-Cosa pensi di  chi paga per farsi pubblicare?
Qui farei delle distinzioni. Ci sono passato anch’io nella ricerca di un editore e mi è capitato che mi chiedessero una cifra assurda senza alcun servizio aggiuntivo; questo è senza dubbio un metodo che non mi piace e propenderei al fronte di offerte simile per auto pubblicare il libro. Ci sono invece altre realtà che magari chiedono una piccola somma o l’acquisto di una esigua parte di copie rispetto alle copie stampate e ti forniscono dei buonissimi servizi. Questo penso sia un buonissimo metodo di cooperazione tra casa editrice e giovane autore o autore emergente. Purtroppo non dobbiamo nasconderci, case editrici famose pubblicano molto molto difficilmente un nuovo autore se prima non hanno dei riscontri, mentre piccole case editrici che pubblicano non a pagamento stampano una tiratura di copie molto limitata.  Una cooperazione del genere tra piccoli editori indipendenti e autori mi pare la migliore cosa possibile.
26-Per pubblicare con una grande CE serve avere delle conoscenze o ci si può arrivare solo con le proprie forze?
Le conoscenze sono sempre importanti, ahimè mi viene da dire, ma penso ce la si possa fare anche con le proprie forze se si crede nelle capacità e se ci si sforza a far conoscere e a portare in giro ciò che hai scritto. Ovviamente poi bisogna anche scrivere bene, altrimenti crederci non serve a nulla.
27- Ami i social network? Per un autore sono croce o delizia?
Non li amo, ma li seguo e sono presente su Facebook. Penso che in ogni caso per farsi conoscere siano uno strumento imprescindibile.
28- Com’è il tuo rapporto con i lettori?
A questa domanda non posso ancora rispondere coerentemente. Finora ho avuto dei buoni apprezzamenti su racconti e poesie in alcuni premi nazionali, ma riguardo il romanzo in uscita vedremo. In ogni caso coi lettori non penso ci saranno grandi problemi, mi piacerebbe un rapporto libero e diretto.
29- Una domanda un po’ peperina, se una grossa casa editrice ti contattasse perché interessata a pubblicare qualcosa di tuo, ancora inedito, e ti dicesse che però dovresti stravolgere il tuo lavoro e fare un po’ come vogliono loro per riuscire a vendere più copie, tu accetteresti?
Sembra una risposta falsa, ma è così. No.
30- Quali sono le difficoltà più grandi che hai incontrato (e che stai incontrando) nella promozione del tuo libro?
Devo ammettere che finora non ho trovato grossi problemi. Tutta la gente con cui mi sono confrontato mi è sembrata molto disponibile e appassionata. Senza ombra di dubbio però quando parti da zero e pubblichi con una casa indipendente il grosso scoglio è provare a fare arrivare a più persone possibile la notizia che il libro è uscito per invogliarli a comprarlo e a giudicarlo.
31- Quanto è importante secondo te la promozione per il successo di un libro?
Il successo lo hai se il libro è scritto bene e piace, ma per avere dei giudizi bisogna indurre gente a conoscere e comprare il libro. Quindi la promozione in questo senso è sicuramente importante.
32-Cosa consigli ad una persona che si affaccia nel mondo della scrittura?
Di scrivere con la propria testa e le proprie idee senza tentare di copiare stili altrui, anche a costo di sbagliare.
33-Cosa o chi ha ispirato la storia che hai scritto?
Io sono una spugna. Noto e faccio mio tutto. La storia non è ispirata da un evento in particolare ma da un grande insieme di elementi e di eventi che sono successi assemblati da un grande pizzico di fantasia.
34- I personaggi sono reali o inventati?
I personaggi sono inventati, non potrebbe essere diversamente in un romanzo del genere. Però qua e là hanno caratteristiche di persone reali.
35-Chi ti ha sostenuto in quest’avventura?
Tante persone. Anzi ne approfitto per ringraziarle:  Elena Basso per l’editing, Camilla Colombo per la copertina, Orfeo e Whites per aver musicato e cantato le mie liriche, Riccardo Vicardi per aver recitato alcuni parti del libro, Art for Art’s sake (Giulia Verde e Eugenia Buarnè) e Berenice art per le illustrazione che accompagneranno Imperfetti nella promozione del libro.
36--Ultimo libro letto?
Passeggeri notturni di Gianrico Carofiglio.
37-Che genere leggi?
Direi principalmente gialli nordici, psicologici o classici.
38-Da cosa scegli un nuovo romanzo da leggere, non so copertina, trama, autore ecc.?
Se esce un nuovo libro dei miei autori preferiti è ovvio che non me lo lascio scappare. Per il resto preferisco farmi guidare dall’istinto, mi prendo mezzoretta per andare in libreria a spulciare titoli e trame ed esco con un po’ di libri che mi hanno suscitato curiosità e interesse.
39-A quale autori non sai rinunciare?
Kundera (anche se di lui mi piacciono i libri meno conosciuti) e Fitzek su tutti.
40- Di cosa hai paura?
Di non riuscire a seguire ciò che mi rende felice.
41-Dove vorresti vivere?
Ogni giorno in un posto diverso, soprattutto nel nord del mondo, ma alla fine rimango sempre qui.
42-Hai altri hobby oltre la scrittura?
Certo! Basket, bicicletta, serie tv, musica, cantautorato, fare puzzle e cucinare (sempre se si può considerare hobby).
43-Qual è il tuo sogno più grande?
Il contrario della mia grande paura. Riuscire a seguire ciò che mi rende felice.
44-Ti piacciono gli animali?
Amo particolarmente animali un po’ strani come i camaleonti e le iguane. Poi penso di essere uno dei pochi a cui piacciono gli insetti, soprattutto le formiche, mi piace molto la sensazione che si crea quando ti sdrai in un prato e cominciano a camminarti su braccia e gambe.
45-Credi nella magia e nel paranormale?
Nella magia no. Sul paranormale potrei parlare per dieci pagine, chissà, magari ci scriverò qualcosa. Io penso che non esista il paranormale semplicemente perché qualsiasi cosa, se si manifesta, esiste.
46-Come ti immagini tra vent'anni?
Pensiamo al mese prossimo che è meglio.
47-Libro preferito ed autore preferito? Perchè?
L’ignoranza di Milan Kundera. Mi è sempre piaciuta la letteratura più nascosta dell’Est Europa e ho trovato in questo libro un grande esempio di rapporto di nostalgia/odio verso la propria terra natia. Inoltre Kundera è bravissimo a descrivere il tema del viaggio paragonando il viaggio dell’esule all’Odissea nei mari di Ulisse rileggendola in una chiave nuova e diversa : “Eppure tutti esaltano il dolore di Penelope e irridono le lacrime di Calipso”
48-A che età ha iniziato a leggere? E con quale libro?
Il primo ricordo che ho è la seconda elementare, l’armadio pieno di libri donati alla scuola e la maestra che ce ne fa scegliere uno da leggere. Si chiamava “La macchina senza benzina”, me lo ricordo ancora.
49-Progetti per il futuro?Un nuovo libro nel cassetto?
Assolutamente sì, dopo un periodo di pausa in cui ho scritto più che altro racconti e liriche, sto scrivendo il secondo romanzo giallo.
50-Che consiglio daresti agli autori che stanno leggendo questa intervista?
Di provarci. Sono stati mesi e mesi con il libro chiuso nel cassetto fino a quando ho detto: ma perché no? Mi sembra valido, ci credo, mi racchiude, cosa devo temere. E alla fine eccoci qua con il libro in mano e pieno di grandi soddisfazioni.



Grazie a Matteo per l'intervista!




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