1-Grazie per aver accettato l’intervista. Possiamo darti del
tu?
Certamente e grazie a voi per avermi dato questa
possibilità.
2-Spiegaci chi sei, che lavoro fai, cosa ami fare nella tua
vita?
Mi piace definirmi fuori di testa. Faccio scherzi a chiunque
(ma mai di cattivo gusto), ritengo che ridere sia uno dei doni più importanti
che riceviamo ed è per questo che cerco sempre di far divertire chi mi sta
vicino e quando ci riesco sono felice. Lavoro come tecnico informatico presso
una società di consulenza. Nonostante le imminenti trentasei candeline sono un
grande appassionato di videogame e sono felice di poter condividere
(finalmente) questa passione con mio figlio di sei anni (l’altro ne ha solo
due, quindi al momento può solo fare da spettatore). Adoro leggere e ovviamente
scrivere, purtroppo i molteplici impegni mi permettono di dedicarmi più alla
seconda rispetto alla prima. Dimenticavo: mi piace cucinare e lo faccio anche
discretamente bene (a detta di amici e famigliari ma loro si sa, sono di parte.)
3-Dicono che i colori rivelano il carattere di una persona.
Qual è il tuo colore preferito, e cosa può dirci di te?
A dire il vero non ho un colore preferito. Piuttosto ho un
colore preferito per ogni situazione. Per fare un esempio mi piacciono le magliette
nere (forse perché snelliscono…) e le automobili sportive nere. Anche i calzini
li preferisco neri, ma questo non significa che sia il nero il mio colore
preferito. Allora dico rosso…
4-Tre aggettivi per descriverti.
Ottimista, illuso, lunatico.
5-Cosa dicono di te gli altri?
Non gliel’ho mai chiesto. Bella domanda… spero che mi
trovino simpatico e mi vedano come un burlone sempre pronto a tirare fuori
qualcosa di strano dal cilindro. Una sorta di pagliaccio da strada. Se
pensassero questo di me ne sarei molto felice.
6-Il giorno più bello della tua vita?
Posso dirne due? La nascita dei miei figli. Sono emozioni
inspiegabili che non hanno eguali.
7-Una cosa che ti rende felice?
Sapere che dopo una settimana di lavoro arriva il week-end.
8-Tre persone che stimi?
Mia moglie perché nonostante le difficoltà mi è sempre
vicina, mio padre e mia madre perché mi hanno insegnato che nella vita la
famiglia è la cosa più importante che possa esistere.
9-Sei mai stato deluso/a?
Moltissime volte, ho perso il conto ormai. La cosa positiva
è che dalle delusioni riesco sempre a estrarre la forza per ripartire.
10-Hai tatuaggi?
Sì, ne ho uno dietro la spalla sinistra. Un drago tribale di
piccole dimensioni. Vista la sofferenza non credo che ne farò altri.
11-Cos’è per te la scrittura?
Un modo per fuggire dalla realtà e vivere in mondi
paralleli. Sarei felice di poterli condividere con i lettori.
12- A quali scrittori ti ispiri?
Ci tengo a precisare una cosa. Ho iniziato con due romanzi
rosa (il secondo è ancora in fase di valutazione) e mi sono ispirato a Nicholas
Sparks. Ora sto terminando il terzo romanzo, che sarà il primo di una trilogia
thriller angelica e ovviamente ho preso spunto da altri scrittori. Quando ho
raccontato il progetto che avevo in mente a un caro amico, lui mi ha prestato
Angelology e La città degli angeli,
entrambi di Danielle Trussoni. Sono stati di grande aiuto per completare l’idea
di partenza. Per il futuro ho progetti un pochino diversi, sempre nell’ambito
del thriller/fantascientifico comunque e mi butterò su scrittori differenti.
13-Quando scrivi di notte o di giorno?
Non ho orari precisi. Spesso la mattina mi alzo in anticipo
per poter scrivere un pochino (a mente fresca è tutto più facile) ma di solito
mi ritrovo a scrivere la sera, quando i piccoli sono a letto. Indosso le
cuffie, metto un genere musicale adatto al tipo di romanzo che sto scrivendo e
parto per il viaggio.
14-Ti definisci uno scrittore impulsivo o riflessivo?
Nasco impulsivo ma adesso mi sto evolvendo verso una
scrittura più riflessiva. Il primo romanzo l’ho scritto di getto (la prima
stesura quanto meno), senza schemi. Poi durante le revisioni ho pianificato
meglio e rivisto il tutto. Per il secondo invece ho programmato la trama con
più cura prima di iniziare. Ora per la trilogia ho dovuto fare completamente un
altro discorso poiché sarà una storia molto più lunga e quindi è stato
importante pensare al secondo e terzo capitolo sin da subito. Questo mi ha
costretto a ragionare sull’evoluzione dei protagonisti che porteranno avanti la
trilogia a lunghissimo raggio, ho dovuto pianificare gli eventi più importanti
di ogni singola storia e immaginare molteplici dettagli che torneranno di scena
durante l’intera saga.
15-Scrivi a mano o al computer?
Computer.
16-Quando hai scritto il tuo primo libro?
Il primo è stato talmente faticoso (essendo appunto la prima
esperienza in assoluto) che ho perso la nozione del tempo. È stato pubblicato a
Febbraio del 2015 però, questo lo posso dire con certezza.
17-Da piccolo volevi fare lo scrittore?
Da piccolo volevo fare l’archeologo veramente e per essere
più precisi l’egittologo. Poi però sono cambiate tante cose e ho preso una
direzione più tecnologica. Chissà cosa sarebbe accaduto se avessi seguito
“l’altra” strada. Mi pongo questa domanda spesso ed è proprio da qui che è nato
“Da qualche parte oltre l’arcobaleno”. Dalle scelte che facciamo ogni giorno e
che cambiano la nostra vita in maniera radicale.
18-Pensi che la scrittura possa trasformarsi in un lavoro?
Lo spero, ma non perché mi manchi il lavoro (ringraziando Dio).
Il motivo è solo uno: potrei dedicare l’intera giornata a fare ciò che adoro.
19-Per scrivere ti prepari una scaletta? Se si poi la segui?
Dopo le prime due esperienze ho capito che (questo vale per
me, non so per altri) per poter scrivere un romanzo e non dimenticare nulla c’è
bisogno di avere una scaletta ben precisa. Personalmente creo anche delle
schede dei personaggi con tutti i dettagli e il carattere, stilo un calendario degli
eventi importanti e infine altre schede con i luoghi che torneranno
maggiormente in scena durante il racconto.
20-Scrivi in ordine cronologico?
Sì.
21-Hai un luogo in particolare dove ami scrivere?
Ho un terrazzo molto bello a casa. Non ci sono palazzi di fronte
ma soltanto una distesa verde che sembra infinita. L’estate è meraviglioso aspettare il calare
del sole per scrivere rilassati e ascoltare i suoni della natura… peccato che
le zanzare non permettano questa meraviglia. Quindi di solito scrivo in casa,
sul divano o sul tavolo davanti alla finestra che si affaccia sul terrazzo e
sulla distesa verde che sembra infinita…
22-Parlaci dei tuoi libri/libro?
Il mio primo libro racconta la storia di un ragazzo che si
ritrova ad aver perso tutto ciò in cui credeva: lavoro, compagna, sicurezza…
sorriso. Si strugge all’idea di aver sbagliato “strada” e vive nel rimorso del
suo passato. L’incontro con un vecchio amico di scuola, però, cambierà per
sempre la sua vita e lo porterà verso una nuova realtà lontana da tutti.
Il secondo romanzo invece (come detto prima, in attesa di valutazione), è ambientato a Charlottesville in Virginia, nel 1976 e narra la relazione tra un ragazzo di campagna (Joshua Harper) e una fanciulla di ricca famiglia appena trasferitasi da Washington. Per questa storia mi sono ispirato molto ai racconti di Sparks.
Il secondo romanzo invece (come detto prima, in attesa di valutazione), è ambientato a Charlottesville in Virginia, nel 1976 e narra la relazione tra un ragazzo di campagna (Joshua Harper) e una fanciulla di ricca famiglia appena trasferitasi da Washington. Per questa storia mi sono ispirato molto ai racconti di Sparks.
23-Il tuo libro/libri sono auto pubblicati o editi?
“Da qualche parte oltre l’arcobaleno” è stato pubblicato da
Lettere Animate.
24-Cosa pensi dei self?
Inizialmente il mio primo romanzo era destinato a essere un
self. L’ho sempre immaginato come il primo esperimento di scrittura e anche se
credevo nella storia raccontata, pensavo di non poter trovare un editore. Mi
sbagliavo.
25-Cosa pensi di chi
paga per farsi pubblicare?
Non so che dire. Ho avuto molte proposte di questo tipo e le
ho sempre rifiutate. Capisco che non è facile farsi pubblicare e la voglia di
far leggere la propria creatura superi ogni pregiudizio in merito, però credo
l’EAP sia solo un modo per succhiare sangue a chi ne ha già versato molto per
scrivere il romanzo.
26-Per pubblicare con una grande CE serve avere delle
conoscenze o ci si può arrivare solo con le proprie forze?
Ci sono molti casi di romanzi rifiutati da CE
importantissime e poi esplosi. Ritengo che un romanzo veramente valido sia
destinato al successo purché non ci si fermi al primo rifiuto. Si dice che
Harry Potter fu rifiutato da ben dodici editori (alcuni anche famosi). Finché
c’è vita…
27- Ami i social network? Per un autore sono croce o
delizia?
Frequento molto i social e grazie a loro ho cercato di
spingere la promozione del mio primo romanzo. Noi emergenti, pubblicati da
piccole/medie CE (anche se devo fare i complimenti a Lettere Animate per la
crescita degli ultimi tempi), dobbiamo fare i conti con la realtà e le
difficoltà dell’attuale editoria, quindi i social sono un ottimo mezzo per
farsi conoscere a mio avviso. Quanto meno per muovere i primi passi.
28- Com’è il tuo rapporto con i lettori?
Sono una persona che accetta le critiche, purché siano
costruttive e non semplici offese all’opera. Per fortuna finora ho avuto sempre
commenti positivi al mio romanzo, quindi ho rapporti buoni direi. Quando
arriveranno quelle negative allora io vi cercherò e vi troverò… scherzo
ovviamente.
29- Una domanda un po’ peperina, se una grossa casa editrice
ti contattasse perché interessata a pubblicare qualcosa di tuo, ancora inedito,
e ti dicesse che però dovresti stravolgere il tuo lavoro e fare un po’ come
vogliono loro per riuscire a vendere più copie, tu accetteresti?
Viva la sincerità. Credo che accetterei. Sanno cosa “tira”
in quel momento e dove soffia il vento a livello commerciale, perciò se l’idea
va stravolta per attirare i lettori, probabilmente hanno ragione. C’è stato un
momento in cui uscivano solo storie di vampiri e se volevi raccontare la storia
della donna invisibile era importante che questa avesse una relazione con un
vampiro…
30- Quali sono le difficoltà più grandi che hai incontrato
(e che stai incontrando) nella promozione del tuo libro?
Ampliare il raggio d’azione. La promozione sui social ti
permette di raggiungere tanti altri scrittori e quindi farsi acquistare da
altri che stanno percorrendo la medesima strada. Servirebbe investire soldi per
una promozione vera, forte e a lungo raggio ma non ho le risorse per poterlo
fare, quindi aspetto di avere altre cartucce da poter presentare al pubblico e
chissà, magari riuscire a fare un grande salto.
31- Quanto è importante secondo te la promozione per il
successo di un libro?
Credo sia fondamentale.
32-Cosa consigli a una persona che si affaccia nel mondo
della scrittura?
Di non farsi illusioni e volare basso anche se gli amici
fidati che leggeranno per primi il romanzo gli diranno che è un capolavoro.
33-Cosa o chi ha ispirato la storia che hai scritto?
Emiliano Petrone ha ispirato il primo libro di Emiliano
Petrone. Dentro c’è tanto della mia vita, un rapporto con l’ego spesso in
conflitto sulle scelte da prendere. Un continuo chiedersi come sarebbe stata
l’altra strada.
34- I personaggi sono reali o inventati?
I personaggi sono inventati.
35-Chi ti ha sostenuto in quest’avventura?
Mia moglie e qualche amico.
36--Ultimo libro letto?
Inferno di Dan Brown.
37-Che genere leggi?
Prediligo il thriller fantascientifico e gli horror, ma
anche i romanzi rosa non mi dispiacciono. Non amo le biografie, i racconti
pesanti, politici e che parlano di guerra.
38-Da cosa scegli un nuovo romanzo da leggere, non so
copertina, trama, autore ecc.?
Da un paio d’anni a questa parte scelgo romanzi che si
avvicinano alla storia che voglio scrivere o che sto scrivendo. Mi serve per
entrare nel clima, trovare ispirazione vivendo racconti non per forza simili ma
almeno dello stesso genere. Come detto prima, Angelology mi ha fatto instradare
la stesura della nuova trilogia convincendomi ad azzardare su alcuni concetti.
Questo non significa che sto creando un romanzo simile, ma che sicuramente si
avvicina al genere considerando che narrerà di figure angeliche, Nefilim e
religione, anche se vista in modo completamente diverso.
39-A quale autori non sai rinunciare?
Stephen King. Lo ritengo geniale, anche se il mio preferito
in assoluto è Asimov.
40- Di cosa hai paura?
Di non dare un futuro tranquillo alla mia famiglia. Oggi è
dura. Ho già passato indenne il fallimento della vecchia società per cui
lavoravo, riuscendo a “passare” nella nuova che ne ha acquisito metà dei
dipendenti. Non so cosa c’è dietro l’angolo e questo mi spaventa ma allo stesso
tempo mi da la forza per non mollare.
41-Dove vorresti vivere?
Messico, in riva al mare.
42-Hai altri hobby oltre la scrittura?
Cucinare e giocare ai videogame.
43-Qual è il tuo sogno più grande?
Anche questa volta viva la sincerità. Mi piacerebbe che i
miei romanzi diventassero pellicole e che io un giorno possa collaborare alla
stesura della sceneggiatura.
44-Ti piacciono gli animali?
Non particolarmente. A casa abbiamo un coniglio nano che
morde ogni cosa e abbiamo dovuto sistemarlo in terrazzo. Adesso quella è zona
sua. A pensarci prima, visto il problema con le zanzare, avrei comprato un
iguana così da poter scrivere sul terrazzo anche in estate.
45-Credi nella magia e nel paranormale?
Oh sì. Moltissimo, soprattutto nel paranormale. Adoro film e
documentari sul genere.
46-Come ti immagini tra vent'anni?
Calcolando che i miei figli avranno 26 e 22 anni, mi vedo
con più tempo libero a disposizione e con la voglia di rincorrere due marmocchi
urlanti che ora sono grandi.
47-Libro preferito e autore preferito? Perché?
Asimov, Il ciclo dei robot. Comprendeva quattro romanzi
(Abissi d’acciaio, Il sole nudo, I robot dell’alba e I robot e l’impero). Li
lessi a diciotto anni, non ricordo in quale libro c’era la scena che sto per
citare ma il modo in cui descrisse la pioggia vista e toccata per la prima
volta da un ragazzo che viveva in una città completamente coperta, mi lasciò
senza fiato.
48-A che età ha iniziato a leggere? E con quale libro?
Frequentavo le scuole medie, oltre ai classici come
Marcovaldo, La Giara e il vecchio e il mare, lessi La stanza numero 13 di
Robert Swindells. Rimasi folgorato dall’horror e divenni un grande appassionato
del genere. Poi Asimov, con la sua fantascienza, mi diede il colpo di grazia
qualche anno più tardi.
49-Progetti per il futuro?Un nuovo libro nel cassetto?
Terminata la revisione del primo racconto per la nuova
trilogia, sono molto indeciso se tuffarmi subito sul secondo o virare su una
storia ambientata in un futuro post apocalittico dove la terra si è appena
ripresa da una guerra mondiale che ha ucciso oltre metà della popolazione. Le
strade non sono più così affollate e il peggio sembra alle spalle ma una
terribile minaccia, stavolta, potrebbe cancellare la razza umana del tutto.
50-Che consiglio daresti agli autori che stanno leggendo
questa intervista?
Consiglio? Preferisco ringraziarli per il tempo che hanno
dedicato a leggerla .
Grazie a Emiliano per l'intervista!
Ringrazio Valentina e Alice per questo spazio. Chi volesse conoscere meglio il romanzo, può farlo sul sito www.emilianopetrone.it
RispondiEliminaGrazie a te!
Elimina